martedì 27 agosto 2024

I modi dell’amore







Se ami veramente, non puoi evitare di usare i modi dell’amore.

Mi riferisco alle maniere gentili, quelle che si affacciano al cuore e generano emozioni.

Sto parlando dei modi che permettono di rivelare te e la tua anima.

Quei modi dove la delicatezza emerge come sensibilità e l’affetto come sostanza e calore.

Se vuoi unire il tuo cuore con quello di un altro, devi avvicinarti con dolcezza. 

Occorre essere consapevoli di camminare su un terreno tenero e stare attenti a non affondare dopo ogni passo.

I modi dell’amore non conoscono rudezza, si vestono di eleganza perché voglio apparire sempre rispettosi. 

Loro sanno che amare è un fatto importante e non occupano il tempo con azioni volte ad un banale, egoistico interesse; ogni atto non si esaurisce nello spazio di una occasione, é abitudine ad essere docili e comprensivi.

I modi dell’amore utilizzano i sorrisi, le carezze e gli abbracci … perché fanno stare bene, uniscono, creano armonia.

Anche se ti dovessi arrabbiare, i modi dell’amore intervengono per rasserenarti e seppure fosse il tuo partner a sbagliare, gli daresti la possibilità di farsi perdonare.

I modi dell’amore non ti abbandonano mai,  perché diventano parte del tuo carattere, essi ti ricordano, che essere buoni è sempre la carta vincente per vivere bene.

Se non usi i modi dell’amore, non lamentarti della solitudine, non arrabbiarti con il mondo se nessuno ti cerca.

Se vuoi amare, guarda ai tuoi modi di agire e di rivolgerti al prossimo, giudicali e se non vedi in loro la possibilità di conquistare la serenità, la fiducia, l’empatia, il mezzo per far innamorare chi ti si avvicina … potrai essere certo che non sono i modi giusti dell’amore.

Senza quei modi significa uccidere il sentimento, svuotare di entusiasmo un rapporto, prepararsi ad un addio.

lunedì 26 agosto 2024

Mi dipingo per fingere di vivere








Da allora, fingo di vivere.

A tratti sono persino convincente.

Molti provano pietà per me, altri sincera ammirazione.

Che ne sanno loro della dignità, o del dolore? Che ne sanno della solitudine, quando persino restare con te stessa ti fa orrore?

Cominciò in me una lotta furibonda tra la testa e il corpo.

Da ciascuno dei miei muscoli, dei miei tendini, dalle ossa spezzate si sollevavano urla di dolore che la mia voce si rifiutava di comunicare. Imparai a sorridere, persino con gli occhi, in una maschera atroce.

La sensazione di essere stata abbandonata, da quel corpo, da me stessa, perchè quel corpo ero comunque io, e rastrellava tutte le piaghe, tutte le piaghe…

Sono quasi sempre sola ma somiglio a molta gente e a molte cose.

Per rimparare a vivere, per cercare di imparare a dipingere ho avuto un solo modello e un solo maestro. Il più scontato, e banale, e anche il più difficile.

Uno crede di conoscersi, di conoscere ogni segno della propria faccia, ogni tratto, ogni espressione.

Stupidata!

Ogni giorno vuol dire ricominciare da capo.

Chi sei, oggi?

Una, e migliaia di altre.

Ci illudiamo di conoscerci come nessun altro ma questo maledetto corpo ogni giorno si prende gioco di noi.

Questo involucro scivola via, proprio nel momento in cui uno non sopporta più vedersi e capisce che quella che le sta davanti non è mai la stessa.

Si odiano.

L’una e l’altra.

E io sono in mezzo.

Ogni specchio è un punto interrogativo appeso al muro….per  questo continuo a dipingermi, per cercare di trattenere qualcosa..

E non si riesce… 

domenica 25 agosto 2024

La stanza unica ... la famiglia, l’amore

 




C'era una volta, in un piccolo villaggio immerso tra le colline, una casa modesta ma accogliente.

 

Al centro di questa casa c'era una stanza unica, un luogo speciale dove la vita si svolgeva in tutta la sua semplicità e bellezza.


Questa stanza era il cuore pulsante della casa, e per chiunque vi entrasse, sembrava di essere avvolto da un abbraccio caldo e rassicurante. 


Non era particolarmente grande, ma aveva tutto ciò che serviva: un tavolo di legno che scricchiolava leggermente quando ci si sedeva, un camino che scoppiettava nelle serate fredde, e un grande tappeto su cui i bambini si riunivano per giocare.


Ogni giorno, al tramonto, la stanza si riempiva dei membri della famiglia: i genitori, i nonni, i figli, e talvolta anche i vicini. 


Si sedevano attorno al tavolo, condividendo il pane appena sfornato e raccontando storie della giornata.


 Le risate risuonavano contro le pareti, mescolandosi al crepitio del fuoco e al profumo delle zuppe cucinate con amore.


In quella stanza unica, tutti erano uguali, tutti erano accolti. 


La madre insegnava ai bambini a cucire, il padre raccontava storie antiche, i nonni dispensavano saggezza. 


Ogni angolo, ogni oggetto portava con sé un ricordo, una traccia di vita vissuta.


La sera, prima di andare a letto, la famiglia si riuniva intorno al camino, i bambini si rannicchiavano sotto una coperta, ascoltando le storie della nonna, che parlava di tempi lontani, di avventure e di speranza. 


Quelle storie non erano solo racconti, ma fili invisibili che tenevano insieme la famiglia, rafforzando l'amore e l'unità che regnavano in quella casa.


Gli anni passarono, i bambini crebbero, la vita cambiò, ma la stanza unica rimase sempre lì, testimone silenziosa di un tempo in cui tutto era semplice, in cui tutto era Famiglia, in cui tutto era Amore.


E anche quando il villaggio cominciò a modernizzarsi, con nuove case e nuove abitudini, quella stanza rimase un rifugio per chi voleva ricordare cosa significasse veramente essere parte di una famiglia, dove l'amore non aveva bisogno di grandi gesti, ma solo della presenza degli uni accanto agli altri. 


La stanza unica continuò ad esistere nei cuori di chi l'aveva vissuta, come simbolo di tutto ciò che era Famiglia, tutto ciò che era Amore.

sabato 24 agosto 2024

Gesù era un senzatetto










"In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me".


Una trincea, un nido, il terreno dove i semi lavorano, ogni essere sulla Terra ha un posto dove posare il capo.

 

Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi è e domani è gettata nel forno, non vestirà molto di più voi?


Esiste un atteggiamento sviluppato così meticolosamente e difficile da padroneggiare; ignorare le persone.

 

Abbiamo dato origine a un nuovo sguardo fisso, una negligenza doverosa. Che potrebbe essere parte del problema.


Nelle grandi città ci sono innumerevoli persone senza fissa dimora. La sola Roma ospita 22.000 senzatetto. Roma è seguita da Milano, dove la percentuale di persone senzatetto è al 9%


Cosa ci dicono i titoli dei giornali sul nostro carattere?


 Chi siamo noi per giudicare le persone la cui casa non si è mai sentita come casa? 


L'ignoranza è una benedizione, l'ignoranza è una benda lenitiva che copre quando non riesci a rispondere al perché.


La mancanza di alloggi a prezzi accessibili non viene nemmeno in mente ai politici che non affrontano queste avversità. 


Molte strutture ospitano effettivamente i senzatetto più senza casa che ricordano l'era dorata in cui vivevamo. 


Perché alcuni paesi falliscono nel problema degli alloggi mentre altri no? 


La Finlandia ha dato l'esempio con il suo approccio Housing First che rende la casa un diritto umano fondamentale e non una ricompensa che una persona riceve.


Dobbiamo chiederci se la corruzione morale valga la promozione sociale, non chiedere quanto, ma quanto bene; non solo come creare ricchezza ma come usarla; non solo quanto velocemente stiamo andando, ma dove siamo diretti.


Non ci mancano le risorse, né l'umanità, ci manca una direzione, ci  vuole forza per essere gentili e buoni.


 I rifugi sono soluzioni temporanee alle lotte che le persone affrontano da sempre.

 

Per andare avanti abbiamo bisogno di un cambiamento di percezione collettivo. 


Nessun essere umano è illegale, un rifugio è un diritto fondamentale, le vite dei neri contano. 


I politici sfruttano i problemi e tutti vogliono risolverli finché non sono nel loro cortile, mentre insieme non riusciamo a tenere conto dei fattori ambientali, comportamentali e sociali. 


I senzatetto non si riferiscono solo al tetto sopra la testa, ma anche alla mancanza di supporto da parte di una comunità.

“ Non possiamo risolvere un problema con lo stesso livello di pensiero che lo ha creato” - Albert Einstein

 

La condizione di senzatetto di Gesù durò per tutta la durata del suo ministero pubblico.


 Abbandonò la stabilità economica di un falegname e la reciprocità che aveva con la sua famiglia per vagare per la Palestina. 


Mentre alcuni possono romanticizzarlo come "il rabbino senzatetto", ciò non toglie nulla all'estrema povertà sofferta da Gesù e dai suoi discepoli. 


Matteo e Luca riportano entrambi un'affermazione di Gesù in cui descrive la sua condizione di senzatetto dicendo che "le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". 


Cristo dà profondità a una lotta appresa dalla condizione di senzatetto. 


Un posto dove dormire non riguarda solo il riposo; riguarda la sicurezza, il 

dolore ha uno scopo evolutivo; ci mostra il comportamento che non è buono per noi. 


Sopravvivere con salari bassi fa sì che coloro che iniziano in povertà rimangano in povertà.


Non possiamo attenerci a una favola capitalista; abbiamo bisogno di nuove idee. 


Un dividendo per i cittadini rivoluzionerebbe il nostro sistema economico concentrandosi su tutti, dalle persone che vivono per strada alla qualità della vita della maggioranza degli italiani che vivono di stipendio mese per mese.


Il nostro status quo non dovrebbe significare che viviamo nella disuguaglianza economica di desiderio e bisogno. 


Il reddito di cittadinanza universale rimane ipotetico e non ci sono prove sufficienti a favore o contro, ma nulla può essere cambiato finché non lo si affronta. 


La terra rotonda, le particelle subatomiche che non possiamo vedere, una società democratica, tutte queste idee sembravano folli allo stesso tempo. 


La storia ci ha dimostrato che il cambiamento è possibile.