
Molti di noi passano la vita a desiderare un cambiamento, a sognare un orizzonte diverso, ma restano immobili. Continuano a dire a sé stessi che non è ancora il momento, che manca qualcosa, che non sono pronti. Intanto i giorni scorrono, e quel sogno rimane lì, sospeso, come un’ala piegata che nessuno osa aprire.
In verità, le ali ci sono sempre state. Ognuno ne ha di proprie talenti, passioni, desideri, possibilità. Ciò che manca, quasi sempre, è il coraggio. Il coraggio di sfidare la paura del fallimento, di affrontare il giudizio altrui, di accettare che sì, si può anche cadere.
Eppure, cadere non è la fine: è parte del volo. Le ferite guariscono, gli errori insegnano, e ogni volta che ci si rialza si diventa più forti. Chi resta a terra, invece, rimane intatto, sì… ma intatto non significa vivo. Significa solo non aver mai provato davvero.
Un giorno, inevitabilmente, ciascuno si troverà a guardarsi indietro. E allora non farà paura ricordare le cadute saranno segni di vita vissuta, tracce di tentativi, di coraggio. Ciò che davvero spaventa è arrivare alla fine e accorgersi di non aver mai aperto le proprie ali, di aver vissuto sempre in attesa, sempre trattenuti, sempre spettatori del cielo.
Carla sognava di scrivere fin da bambina riempiva quaderni di pensieri e storie, custodendo nel cuore il desiderio di condividerle con il mondo.
Le sue ali erano lì, pronte il talento, la passione, la voce interiore che chiedeva spazio, ma ogni volta che pensava di spiccare il volo, una paura la bloccava: “E se non fossi all’altezza?
E se mi ridessero dietro?”. Così rimandava, piegando quelle ali dentro di sé.
Un giorno, osservando gli altri volare, provò una fitta profonda. Non erano più bravi, non erano più forti semplicemente avevano trovato il coraggio che a lei mancava. In quell’istante capì che il suo vero ostacolo non era il talento, ma la paura di usarlo.
Fu allora che decise di rischiare. Inviò il suo primo manoscritto con le mani che tremavano, come chi compie un salto nel vuoto. Forse avrebbe potuto cadere, ma almeno aveva scelto di volare.
E scoprì qualcosa che non immaginava le cadute non fanno così male come sembrano viste da terra, e il cielo non è riservato agli altri. Era sempre stato lì, in attesa che lei trovasse il coraggio di aprire le proprie ali.
Il vero fallimento non è cadere dopo un volo incerto. Il vero fallimento è non provare mai a volare.


