
Un giorno, stava giocando ad allenarsi da solo senza riuscire a colpire nulla, così decise di rientrare in casa per la cena.
Mentre era sul retro della casa, vide l'anatra di sua nonna , pensò bene, forse per curiosità di mirarla sapendo che l’avrebbe solo spaventata, ma ahimè, la colpì e morì.
Leo rimase turbato e triste perché aveva ucciso l'anatra preferita di sua nonna, non avrebbe mai immaginato di fare centro e colpire a morte la povera anatra; così la nascose tra i cespugli, ma si stupì che sua sorella Anna era dietro la finestra e da lontano aveva notato tutto e lui, sperava che non proferisse parola con i nonni.
Dopo aver consumato il pranzo, la nonna chiese ai suoi nipoti di essere aiutata in cucina, ma Leo ancora incredulo per l’accaduto, le rispose: "Nonna, Anna mi ha detto che voleva aiutarti.
La nonna, si avvicinò e gli sussurrò all’orecchio ti ricordi l'anatra? Leo fece finta di niente.
In quello stesso giorno il nonno più tardi chiese a sua moglie se voleva che i bambini andassero a dargli una mano nella stalla, ma nonna Chiara rispose: Mi dispiace, caro, ma voglio che Leo mi aiuti ad accendere il camino, ho bisogno della legna per riscaldare la casa.
Leo accennò ad un sorriso e prontamente le rispose:”nonna non preoccuparti, Anna mi ha detto che voleva aiutarti”.
Con tono pacato ancora una volta la nonna gli si avvicinò ancora e gli sussurrò:”Ti ricordi l'anatra?”
Leo andò con il nonno e Anna rimase ad aiutare la nonna.
Dopo alcuni giorni, Leo sentendo il peso di quello che aveva fatto, andò dalla nonna e le confessò di aver ucciso la sua povera papera preferita.
La nonna lo abbracciò e lo perdonò perché Leo aveva avuto il coraggio di confessare il suo errore.
L’amore aveva trionfato.
Per quanto tempo si può sopportare ad essere schiavi della paura di ammettere un errore? ammettere un errore è molto meglio che essere umiliati a causa di esso.


