
Non sempre l’amore, l’affetto o il bene che proviamo per qualcuno si riescono a misurare con parole, gesti o regali.
A volte, la misura più sincera e precisa è invisibile è il tempo. Non il tempo che passiamo insieme a quella persona, ma il tempo che quella persona vive nei nostri pensieri.
È lì, nel silenzio del nostro mondo interiore, che si nasconde la verità più profonda chi occupa i nostri pensieri, ci abita dentro anche senza volerlo o senza un motivo preciso.
Ci sono persone che non vedi ogni giorno, con cui non parli spesso, eppure abitano i tuoi pensieri come se fossero lì accanto a te.
Le incontri tra una pausa e un respiro, nei momenti di silenzio, quando osservi un paesaggio o ascolti una canzone.
Arrivano senza rumore, ma la loro presenza è forte.
Si affacciano nei tuoi pensieri senza bussare, eppure non ti disturba è come se ci fossero sempre stati, come se avessero diritto di stare lì.
Ci sono giorni in cui un volto, un nome o un ricordo riaffiorano tra mille impegni, tra una telefonata e un appuntamento, tra la spesa e il traffico.
Ti attraversano come un soffio e capisci che non li hai dimenticati, che ci sono legami che non hanno bisogno di essere alimentati ogni giorno con parole, ma che si nutrono da soli della sola memoria emotiva.
Il tempo di un pensiero che dedichiamo a qualcuno è un dono silenzioso, autentico, incontrollabile.
È un riflesso puro dell’importanza che quella persona ha nella nostra vita.
Non si può fingere, non si può forzare.
I pensieri non obbediscono alla volontà.
Non si può obbligare a pensare a qualcuno né tantomeno impedirlo se quella persona è entrata dentro di noi.
Se qualcuno occupa spesso i nostri pensieri, è perché ha occupato il nostro cuore.
Ed è lì che resta, anche quando tutto tace, anche quando non se ne parla più, anche se la vita separa.
Ecco perché, quando si vuole davvero sapere quanto bene si prova per qualcuno, non soffermiamoci a guardare i gesti e le parole.
Le parole possono mentire. I gesti possono essere abitudine. Le azioni, a volte, sono dovere ma i pensieri no perché sono liberi, istintivi, puri.
Chiediamoci piuttosto quanto spesso quella persona ci viene in mente.
Quanto spazio le concediamo, anche nei giorni più pieni.
Quanti dettagli del quotidiano ci fanno ricordare una risata, uno sguardo, un momento condiviso.
Il bene, quello vero, non ha bisogno di dimostrazioni plateali.
Non ha bisogno di gesti eclatanti o parole perfette.
Vive nella testa ma parte sempre dal cuore.
Ed è proprio nel silenzio dei pensieri che si rivelano i sentimenti più veri, quelli che non cercano approvazione, che non pretendono nulla in cambio, che non devono dimostrarsi a nessuno.
Quelli che semplicemente… esistono.


