sabato 17 febbraio 2024

Raccontare la Mafia


La mafia non è facile da raccontare ma possibile: lo fanno tutti i giornalisti, che hanno dato tanta testimonianza.


La mafia si descrive come un’organizzazione criminale e pervasiva che ha tanti volti e risvolti con radici nel sud d’Italia sviluppata poi anche nel Nord, in Europa e nel mondo. 

La mafia, si nasconde e si rivela all'occorrenza, agisce nell'ombra e alla luce del sole.


Nessuno, nasce mafioso 'ndranghetista, ci sono, però, persone che vengono messe al mondo per diventarlo, nell’età dell’adolescenza, sono già uomini formati.

Vivono una guerra , cresciuti imparando una sola “regola”: quella mafiosa. 


Giovani che per conto dei loro padri, latitanti o in galera, hanno chiesto il pizzo, hanno trafficato droga, hanno ucci­so. Fa parte delle loro regole, non si può dire di no, non sono ammessi tentennamenti o passi indietro. 


La storia di Carlo è di esempio:


Carlo era un’adolescente uno di loro,il padre fu ucciso in un agguato ma­fioso quando era ancora piccolo, i fratelli  arrestati per omicidio, Carlo si sente abbandonato a se stesso, si presta al ruolo che la ‘ndrangheta gli ha assegnato, si prepara alla stessa sorte dei fratelli maggiori.


La notte la trascorre in compa­gnia di pregiudicati, a scuola non ci va, trasgredisce le regole che mamma Anna tenta di inculcargli. Lei è una donna stanca, non ha la forza di indicargli una direzione diversa.


Passano gli anni, Carlo è ostaggio di un mondo che non ha scelto, finché un giorno viene sorpreso dalle forze dell’ordine con degli amici attorno a un’auto per furto e danneggiamento.


Carlo, viene inserito in una co­munità fuori dal suo paese, dove gli sarà fornita una seria alter­nativa culturale, grazie a coloro che si sono impegnati a indicargli una soluzione adeguata ne è uscito a testa alta, collabora con lo Stato, si auspica affinché  quest’ultimo, si impegni a fornire  al contesto mafioso una valida alternativa da cui questi giovani provengono e non affondare al dolore di queste famiglie 

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