
I bambini pongono domande che agli adulti appaiono strane e buffe. La verità è che non sanno elaborare i loro pensieri con la reticenza del pensare comune, frutto di una modifica guidata da paure e mancanze di ogni tipo.
Giacomo, un bambino di sei anni, chiese alla mamma: “Mamma, perché non posso vedere il sole?”
“Perché vuoi vedere il sole?” la mamma ribaltò la domanda al figlio.
“Deve essere bello sai… e poi scoprirei la sua energia nel dare tanta luce.”
Camilla, tentò di dare una motivazione: “Il sole è una grossa palla di fuoco che ha il compito di scaldare la terra. Senza di lui, non potremmo vivere!”
Giacomo ci pensò e poi aggiunse: “Mamma tutte le cose che non si possono vedere saranno importanti, vero?”
“In un certo senso, sì!”
Camilla, si fece seria e si spiegò con un tenero pensiero: “Tesoro mio, devi sapere, che ogni persona possiede un cuore e leggere nei cuori é come voler guardare il sole.
Troppo bello da guardare, impossibile da fissare.
La luce del sole acceca e lo fa per dirti che non tutte le cose belle si possono guardare con gli occhi.
Se vuoi ammirare il sole senza che ti accechi servono occhiali scuri… ma così vedi un semplice puntino luminoso.
Esiste invece un modo più bello per scrutare nei cuori … cioè, cercare di imparare un mestiere che non dà danaro, ma benessere all’anima.
Gli adulti lo chiamano Amore. Ne parlano in tanti ma lo praticano in pochi.”
Il piccolo Giacomo non capì tutto, ma intuì la bellezza del discorso della mamma.
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