lunedì 20 gennaio 2025

Il corsivo, una scrittura in via d’estinzione




Mi sono sempre chiesta,  perché ai bambini di oggi non viene più insegnato a scrivere in corsivo?


Ebbene si, non è un caso che tendano a usarlo sempre meno.

Scrivere in corsivo significa tradurre i pensieri in parole; questo, comporta diversi aspetti per gli alunni, sia dal punto di vista fisico che cognitivo, ti obbliga a non staccare la mano dal foglio e richiedere una coordinazione motoria fine più sviluppata rispetto alla scrittura in stampato, poiché il corsivo implica movimenti fluidi e continui delle mani.


Uno sforzo stimolante, che ti permette di associare idee, collegarle e metterle in relazione, oltre a migliorare la destrezza manuale e favorire la memorizzazione del movimento grafico delle lettere.


Dal punto di vista cognitivo, il corsivo può stimolare una maggiore attenzione e concentrazione, poiché gli alunni devono prestare particolare attenzione ai dettagli e alla forma delle lettere.


Inoltre, alcune ricerche suggeriscono che la scrittura in corsivo può favorire una scrittura più veloce e più fluida, in quanto le lettere sono collegate riducendo il tempo necessario per scrivere. 


Scrivere in corsivo può essere utile per distinguere concetti o parole chiave e migliorarne la leggibilità, favorendo una comprensione più immediata. 

Tuttavia, in alcuni casi, soprattutto per gli alunni con difficoltà di apprendimento come la dislessia, il corsivo può risultare più complicato da leggere e scrivere rispetto al testo stampato.


Non a caso la parola "corsivo" deriva dal latino currere, che corre, che fluisce, perché il pensiero è alato, corre, vola.


Certo, il corsivo non ha più posto nel mondo di oggi, un mondo che fa di tutto per rallentare lo sviluppo del pensiero, per riempirlo.


Penso che il corsivo sia nato in Italia e poi si sia diffuso in tutto il mondo.

Perché?

Perché era una scrittura compatta, elegante, chiara. Ma la nostra è una società che non ha più tempo per l'eleganza, per la bellezza, per la complessità; abbiamo la sintesi ma non la chiarezza, la velocità ma non l'efficienza, l'informazione ma non la conoscenza!


In generale, sappiamo troppo e troppo poco perché non siamo più  capaci di mettere in relazione le cose. La maggior parte delle persone non riesce più a pensare.

Ecco perché dovremmo tornare a scrivere in corsivo, soprattutto a scuola. Perché non si tratta solo di recuperare uno stile di scrittura, ma di dare un nuovo respiro ai nostri pensieri.


Tutto ciò che ci fa vivere, che nutre l'anima, che sostiene lo spirito, è legato al respiro.

Senza respiro, come dicevano gli antichi greci, non c’è pensiero.

E senza pensieri non c’è vita. Queste parole riflettono profonda connessione tra il respiro e la vita stessa.


Il respiro, in molte tradizioni filosofiche e spirituali, e visto come un ponte tra il corpo e la mente, un atto che non solo sostiene la vita fisica, ma nutre anche il pensiero è l’anima. 


Gli antichi greci, in particolare, credevano che senza respiro non potesse esserci pensiero, poiché il respiro è il mezzo attraverso cui si collega il e al mondo esterno. 

Senza pensieri, la vita perde il suo scopo, poiché il pensiero è ciò che ci consente di comprendere, riflettere e dare significato all’esistenza.


È importante sottolineare quindi quanto sia essenziale il respiro per il nostro benessere mentale, fisico e spirituale.


In sintesi, l’insegnamento della scrittura in corsivo nelle scuole può avere benefici legati motorio e cognitivo, ma va comunque adattato alle necessità degli alunni.

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