domenica 14 dicembre 2025

Quando l’ego del genitore viene prima del figlio




Diventare genitori non significa automaticamente saper mettere da parte se stessi. Educare richiede una capacità profonda spostare il centro dall’ io al tu, riconoscendo nel figlio una persona distinta, con bisogni, tempi ed emozioni proprie. Quando questo passaggio non avviene, il rapporto genitore figlio può essere attraversato da forme più o meno evidenti di egoismo.


Spesso l’egoismo genitoriale nasce da un’immaturità emotiva. Alcuni genitori non riescono a tollerare le richieste emotive dei figli perché non hanno mai imparato a gestire le proprie. In questi casi il bambino viene vissuto come un prolungamento di sé deve confermare, rassicurare, non disturbare. I suoi bisogni vengono ascoltati solo se coincidono con quelli del genitore.


Un’altra causa importante riguarda le ferite personali non elaborate. Chi è cresciuto senza ascolto, protezione o riconoscimento può faticare a offrirli a sua volta. Prendersi davvero cura di un figlio significherebbe entrare in contatto con mancanze antiche e dolorose. L’egoismo diventa allora una forma di difesa, spesso inconsapevole.


C’è poi l’egoismo legato al controllo. Alcuni genitori temono l’autonomia dei figli perché la percepiscono come una perdita o una minaccia alla propria identità. Per questo impongono aspettative, decisioni e ruoli. Non si interessano a chi il figlio è, ma a ciò che dovrebbe rappresentare per loro un riscatto, una conferma, una sicurezza.


In altri casi l’egoismo si manifesta come assenza emotiva. Il genitore è concentrato su lavoro, problemi personali, frustrazioni o insoddisfazioni, lasciando poco spazio alla relazione. Il figlio impara presto a non chiedere, a non disturbare, a diventare grande troppo in fretta. È una trascuratezza silenziosa, ma profondamente incisiva.


Infine, esiste un egoismo appreso. Modelli educativi rigidi, autoritari o svalutanti vengono spesso trasmessi senza essere messi in discussione. Chi non ha conosciuto l’ascolto può non sapere come offrirlo.


Comprendere le ragioni di questo egoismo non significa giustificarlo, ma leggerlo con lucidità. Solo riconoscendo queste dinamiche è possibile interrompere il ciclo e restituire ai figli ciò che dovrebbe essere alla base di ogni relazione educativa presenza, responsabilità emotiva e amore non condizionato.

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