
Immagino lo sguardo di una bambina lasciata in una casa di adozione come un misto di smarrimento e vulnerabilità.
I suoi grandi occhi potrebbero riflettere paura per l'ignoto, forse trattenendo lacrime mentre cerca di comprendere la separazione dalla sua famiglia.
Potrebbe guardarsi attorno spaesata, osservando con incertezza l'ambiente freddo e austero, con muri spogli e stanze poco illuminate.
Il suo sguardo potrebbe avere anche un fondo di speranza, mentre cerca disperatamente volti amichevoli, persone che potrebbero offrirle affetto e sicurezza in un momento così doloroso.
Lo sguardo di Maria, una bambina di sei anni lasciata in quella casa, era intriso di un'innocenza che ancora non comprendeva del tutto l'abbandono.
Il freddo vento autunnale aveva accompagnato il suo arrivo, e ora si trovava lì, in piedi, con le scarpe logore che facevano un leggero rumore sul pavimento di pietra.
I suoi occhi grandi, pieni di lacrime non ancora versate, osservavano l'entrata della casa, dove la figura di sua madre si era appena dissolta nell'ombra.
Non capiva bene perché fosse stata lasciata lì, e un dolore sordo le stringeva il petto, un misto di paura e smarrimento.
Il suo sguardo si posava sui muri spogli e sulle finestre chiuse, in cerca di un segno, di una spiegazione, o magari di qualcuno che l'accogliesse con un sorriso. Ma trovava solo il vuoto.
Gli altri bambini nella stanza la osservavano con una certa indifferenza, alcuni troppo abituati a quelle scene, altri troppo giovani per comprenderne la tristezza.
Maria sentiva il peso del silenzio, uno di quei silenzi che raccontano più delle parole, fatto di addii e assenze che non si possono spiegare.
Il suo sguardo si fissò su una donna, probabilmente una delle inservienti, che le fece cenno di seguirla.
Maria non si mosse subito; i suoi occhi si soffermarono ancora una volta sulla porta d'ingresso, come se sperasse, in fondo al cuore, che quella figura familiare tornasse indietro.
Ma niente accadde.
E allora, con un leggero tremito, abbassò lo sguardo e seguì la donna, portando con sé una valigia troppo grande per le sue piccole mani, ma soprattutto un peso che non avrebbe mai potuto misurare.
Uno sguardo di attesa, di tristezza, di una speranza troppo fragile per un cuore così giovane.
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