
Incontrai un essere straordinario, non so dirvi se considerarlo un saggio o un alieno, però parlava un corretto italiano e mostrava una grande disponibilità ad allinearsi con il mio animo.
Mi dava l’impressione di conoscere cose straordinarie di cui non riteneva importante parlarne. La sua cultura estesa e profonda, gli forniva un modo d’essere distaccato e restio a intavolare lunghi discorsi. Non parlava molto, non per decisa vanità o per manifesta inferiorità intellettuale dell’interlocutore, ma per suo modo di essere.
Indispettita da questo atteggiamento, posi una domanda:
“Scusami l’invadenza ma credo di essere stato colpito dal tuo modo di essere, e se ciò non ti procura noia, potrei chiederti del motivo per cui sei così avaro di parole? Ho avuto l’impressione che potresti donare molto al prossimo, perché tieni tutto dentro?”.
Lento nei modi e nel rispondere, il mio interlocutore si accingeva a formulare la sua risposta.
“Cara amica, vedo che sei un attento osservatore dell’animo umano, e ciò mi rende felice perché questa mia risposta potrebbe avere un senso.
Sono cresciuto in una famiglia dove si parlava poco e quel poco discorrere, riguardava la vita materiale di tutti i giorni. C’erano poche occasioni per festeggiare e celebrare ricorrenze. C’era molta stanchezza per non andare a dormire presto. Non c’erano abbastanza soldi da imbandire tavole e mantenere piacevoli conversazioni. I miei genitori parlavano con gli sguardi.
Per forza di cose, la mia giovinezza è trascorsa ascoltando e cercando idee e valori.
Un giorno la mia mente si aprì, e quante riflessioni seguirono.
Più tardi, si apri la mia anima, e quanta passione per la vita mi colse.
Ora vorrei dire e fare tante cose, ma difficilmente mi convinco che serva a qualcuno.
La vita modella la nostra anima come una damigiana panciuta, con un lungo e stretto collo di bottiglia. Se tenti di versarne il contenuto in una bottiglia più piccola, hai bisogno di un imbuto e di un paziente mescitore. Le piccole impazienti bottiglie odiano l’imbuto. Il mescitore, per l’enorme importanza del liquido, vorrebbe immobilizzarle, in modo da far scorrere consapevolmente il prezioso liquido.
Purtroppo la foga e l’amore del mescitore sono travisati dalle bottiglie come segni di autorità e prevaricazione. Al generoso mescitore non gli rimane che sperare nel suo esempio comportamentale, come ultimo possibile aggancio alla sensibilità delle bottiglie.
Chissà se un giorno, le vivaci bottiglie, spinte dall’ammirazione verso la damigiana, possano godere un po’ di quel liquido versato”.
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