giovedì 13 febbraio 2025

La tenera sensibilità di un bambino

 



Carlo, è un bambino solitario e sognatore come tutti i figli unici  senza particolari problemi. Si era  trasferito da poco con tutta la sua famiglia nella grande città di Torino.


Per lui che ha 3 anni mamma e papà hanno pensato che é tempo di inserirlo in un contesto scolastico adatto alla sua età, per  prepararlo al non lontano inizio della scuola elementare. 


Antonio e Anna temono che il loro figliolo, vissuto sempre in casa senza fratelli e amici possa presentare difficoltà relazionali.


La preoccupazione dei due genitori ora, si concentrava su quale scuola era  adatta al piccolo Carlo e soprattutto che soddisfacesse le loro aspettative e quelle del bambino.


Ma dove lo portiamo chiese Anna una sera a suo marito mentre erano intenti a cenare. Antonio, ebbe un colpo di fulmine, c’è un asilo proprio a due passi da casa, gestito da suore.  


L’indomani, Carlo fu accolto nel  nuovo percorso di vita, con il “cestino” di vimini che si usava dare ai bambini.


Tutto bene? No!


Il piccolo, si trovò a vivere una realtà ad ora sconosciuta e fin 

dal primo giorno visse nel  terrore e angoscia. Odiava le suore, le vedeva con volti pallidi, duri, inespressivi e abiti neri con un velo in testa dello stesso colore del vestito.


Carlo pur avendo un carattere introverso, non era abituato ai rimproveri,era un bambino educato, seguiva le regole che i genitori gli imponevano, dalle suore invece, spesso veniva richiamato in malo modo, forse perché piangeva sempre, da quando arrivava  a quando i genitori venivano a riprenderlo. 


L’istituto era buio e tetro, c’era un piccolo giardino, cupo e ombroso dove i bambini venivano portati a giocare liberamente, lì c’era un cane nero,  Argo che le suore tentavano sempre legato ad un palo faceva la guardia e abbaiava rabbioso.


Carlo non ricorda i suoi compagni di giochi perché costantemente veniva punito e lasciato da solo in classe, le suore stanche, non ritennero opportuno fargli proseguire l’asilo e fu ripreso  a casa dai perplessi genitori che li avrebbe resi  ancora più preoccupati con l’inizio della scuola elementare.


Il bambino pur se piccolo percepiva i dissapori dei genitori e nella sua mente c’erano pensieri che il più volte si affacciavano a cui non sapeva dare risposte:

Come avrebbe reagito in un altro contesto? 

Cosa sarebbe successo? 

Avrebbe avuto altri traumi?


 Venne il tempo di iniziare la scuola elementare e nulla di ciò di cui si prospettava avvenne.

A Carlo piaceva frequentare la scuola nonostante al mattino si svegliava presto per raggiungerla  a piedi 


Soltanto dopo molti anni,  capì cosa era veramente successo in quell’asilo.


Ripassando per caso, da quella buia e ancora tetra via dove ancora esiste l’istituto di suore ormai abbandonato che aveva frequentato da piccolo, percepì un senso di timore, nonostante fossero passati tanti anni e lui  ormai un uomo.


 Un luogo che  definisce puro di orrore dove le suore a quei tempi, usavano metodi anti educativi che oggi sono aboliti.Sicuramente nulla sapevano i suoi genitori.


Tutta la sua restante vita  fu dominata dal macigno della razionalità, da rigide interpretazioni materialistiche di ogni forma dell’esistenza, ingabbiata in un’arida e deterministica formazione scientifica. 


Eppure, la tenera sensibilità di un bimbo aveva potuto sentire i fantasmi, percepire non si sa come le ombre del male che permangono nel tempo.

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