venerdì 8 agosto 2025

L’impronta di una presenza











Sii grande per qualcuno, e resterai incancellabile.


In un mondo che corre veloce, dove tutto sembra passare, dimenticarsi, consumarsi in fretta, ci sono gesti che resistono al tempo. 


Non si tratta di grandezza come la intende il successo, il potere o la fama. No. Parliamo della grandezza silenziosa, quella che si manifesta nell’amore gratuito, nella presenza costante, nel tendere una mano quando nessun altro lo fa.


Essere grande per qualcuno non richiede gesti spettacolari a volte, basta ascoltare. Bastano poche parole giuste nel momento giusto. Uno sguardo che comprende, un abbraccio che consola, un ci “sono” detto davvero, senza condizioni. 


Quei momenti si imprimono nell’anima altrui, diventano ancore nei giorni difficili, fari nei ricordi di chi li ha ricevuti.


Può darsi che quella persona non ti ringrazi mai apertamente,  che non lo comprenda fino in fondo, finché non passeranno anni, ma ciò che hai fatto  se fatto con sincerità, con cuore e senza tornaconto non svanirà. Resterai inciso nella sua storia come una nota essenziale, come un passaggio che ha cambiato la rotta.


E non è necessario essere eroi. Essere grandi per qualcuno è scegliere, ogni giorno, di essere presenti, giusti, veri. È avere il coraggio di esserci, anche quando sarebbe più facile voltarsi dall’altra parte. È lasciare qualcosa di sé, non per vanità, ma per valore.


Ci sono nomi che dimentichiamo. Volti che sfumano ma ci sono anche presenze che rimangono dentro di noi come impronte indelebili. 


La maestra che ci ha incoraggiati quando volevamo arrenderci.

 Il nonno che ci ha raccontato storie piene di saggezza. L’amico che ha creduto in noi quando nessun altro lo faceva. La persona che ci ha visto davvero, nel profondo, e ci ha fatto sentire importanti.


Non servono monumenti per restare, basta essere luce per qualcuno, anche solo per un attimo e in quell’istante, anche se il mondo dimentica, tu resterai incancellabile.

giovedì 7 agosto 2025

Nel fiore del silenzio, sulle ali di una farfalla

 


Ci sono incontri che non avvengono con il corpo, ma con l’anima, momenti in cui il bisogno di presenza si affida alla delicatezza dell’immaginazione, e diventa poesia. 

Quando una persona ci manca o la sentiamo lontana, il cuore cerca ponti invisibili per colmare le distanze, uno di questi ponti è la natura,  un fiore, una farfalla, un soffio di vento ed è lì che ci si può ritrovare.


Raggiungimi  in un fiore, dove le parole sono inutili, né mani solo essenza, leggera, pura, nascosta tra i petali di qualcosa che vive per un attimo eterno.


Sali sulle ali di una farfalla, volteggia  nell’aria con la grazia del ricordo, con il battito silenzioso di chi non vuole disturbare, ma solo esserci accanto, anche solo per un respiro, o  per un pensiero che sfiora.


Io sarò lì, nel campo del possibile dove le emozioni non hanno bisogno di spiegazioni, e i sensi si nutrono di presenza senza forma. 

Ti cercherò tra i colori che danzano al sole, tra il profumo che sale dalla terra. 

Ti sentirò senza vederti, perché ci sono cose che solo il cuore riesce a vedere.


E se un giorno mi troverai immobile, con lo sguardo perso tra i fiori, non pensare che stia aspettando.

Sappi che sto incontrandoti e che sei arrivato sulle ali di una farfalla nel silenzio di un fiore dentro me.

mercoledì 6 agosto 2025

Quando la ragione costruisce gabbie e l’amore le rompe




Viviamo in equilibrio tra due forze la ragione e l’amore.

La prima ci protegge, ci guida, ci impone limiti per evitare il dolore.

Il secondo, invece, li ignora, li attraversa, li abbatte.

Quando la ragione dice non si può, l’amore sussurra eppure accade.

È in questa tensione che si gioca il senso più profondo delle nostre scelte, dei legami, della vita stessa.


La ragione è architetto dell’impossibile, con la sua logica ferrea e i suoi calcoli precisi, riesce a edificare strutture mentali complesse, perfette, a volte persino disumane. 


La ragione ci dice cosa è giusto, cosa è probabile, cosa conviene fare. È prudente, concreta, razionale. Eppure, proprio nella sua impeccabilità, spesso crea barriere insormontabili. Insegna a proteggersi, a evitare il dolore, a non fidarsi troppo, ma così facendo, può diventare una prigione dorata.


L’amore, invece, non ha regole, arriva dove la ragione si rifiuta di andare. Non chiede permesso, non aspetta il momento giusto, non calcola il rischio. 


Dove la ragione crea l’impossibile  relazioni impraticabili, distanze incolmabili, limiti invalicabili l’amore frantuma ogni costruzione, con la sua forza silenziosa e devastante. Non perché sia cieco, ma perché vede oltre vede ciò che la mente non riesce a spiegare ma che il cuore già sa.


Quante volte abbiamo detto È impossibile, non può funzionare?.


Eppure qualcosa ci ha spinto avanti. Non la logica. Non i fatti. Ma un impulso più profondo. Una voce che ci diceva Vai. Ama. Rischia.

E anche se tutto sembrava andare contro, anche se le probabilità erano contro di noi, l’amore  se autentico ha saputo frantumare quell’impossibile.


La ragione serve, eccome ma  non può essere l’unica guida, perché la vita vera, quella che ci trasforma, non è fatta solo di ciò che è possibile.

È fatta soprattutto di ciò che, pur sembrando impossibile, accade grazie all’amore.

martedì 5 agosto 2025

La consapevolezza uccide i sogni




I sogni sono tutto un mondo sospeso tra ciò che si desidera e ciò che si crede possibile. 


Da bambini, i sogni hanno colori vividi, ali leggere e nessun confine. 


Si sogna di volare, di diventare astronauti, ballerine, medici, poeti, di trovare l’amore perfetto, la felicità piena, la vita giusta. 


Nessuno, in quell’età incantata, ci dice che sognare può anche far male, perché da piccoli non si è consapevoli si è solo vivi.


Si cresce, qualcosa cambia e con la crescita arriva la consapevolezza dei limiti, delle probabilità, della realtà.


È lì che i sogni cominciano a sbiadire non perché siano meno belli, ma perché iniziano a fare i conti con ciò che è possibile e con ciò che non lo è.


Un ballerino che a quindici anni ha scoperto di avere le ginocchia troppo fragili.


Una ragazza che voleva fare la scrittrice e ha finito a lavorare in un ufficio, con le parole sepolte in un cassetto.


Un uomo che sognava di girare il mondo e si ritrova incastrato in un mutuo e due figli da mantenere.


La consapevolezza non è cattiva, ma è esigente, ci chiede di aprire gli occhi, di fare i conti, di scegliere.


E allora cosa succede ai sogni?


Molti si trasformano in rimpianti.

Altri si riciclano in desideri più piccoli, più adulti, più gestibili oppure muoiono.

Alcuni si archiviano.


La consapevolezza è come una lente che mette tutto a fuoco e quando succede, spesso mostrano crepe che prima non si vedevano.


 Il sogno si spezza, si ridimensiona, perde quella leggerezza infantile che lo faceva sembrare eterno e allora sì, in certi casi, la consapevolezza uccide i sogni non per cattiveria, ma per eccesso di lucidità.


 Non  tutta la consapevolezza è una condanna,  perché c’è quella che distrugge i sogni irrealizzabili, ma c’è anche quella che li salva.


Essere consapevoli dei propri limiti può portare ad allenarsi meglio. Nelle  difficoltà può accendere il coraggio. Avere risorse proprie, può spingere a lottare con più forza.


La consapevolezza può uccidere i sogni solo se smettiamo di crederci,  di provarci.

Solo se lasciamo che la realtà schiacci completamente l’immaginazione.


Allora, forse, la vera sfida non è evitare la consapevolezza, ma imparare a sognare nonostante essa.

Sognare con i piedi per terra e il cuore ancora in volo, sapendo che non tutto è facile, ma che qualcosa è ancora possibile,  con maturità, senza perdere quella scintilla che rende viva l’anima.


In fondo, non è vero che la consapevolezza deve uccidere i sogni.

Lo fa solo quando dimentichiamo che anche la realtà può essere un buon posto dove costruirli, con  fatica con il tempo con verità ma sempre con speranza.


E allora sogniamo ancora ma  da svegli.