
Ci sono momenti in cui non servono parole per capire che qualcosa è cambiato. Il corpo parla, gli sguardi si spengono, le abitudini si trasformano in distanze. Non è sempre facile accettarlo, ma a volte la verità si nasconde proprio nei silenzi, nei piccoli gesti quotidiani che non tornano più. È quello che accadde a Giulia, quando cominciò a sentire che il suo amore stava scivolando via, senza che nessuno dei due avesse ancora trovato il coraggio di dirlo.
Giulia lo sentiva, anche se non sapeva spiegare bene cosa. Non era successo nulla di preciso, ma da qualche settimana la casa sembrava più silenziosa, come se qualcosa di invisibile si fosse messo in mezzo tra lei e Marco. Lui era sempre lo stesso, almeno in apparenza, ma c’era un’ombra nei suoi gesti, una fretta nel parlare, una distanza che non sapeva come colmare.
All’inizio aveva pensato fosse solo stanchezza. Il lavoro, le preoccupazioni, le giornate troppo lunghe, ma poi quella distanza era diventata più evidente. Marco non la cercava più come prima, sembrava distratto anche quando erano insieme, e quando lei provava a parlarne, lui cambiava argomento o diceva che esagerava.
Pian piano, Giulia aveva cominciato a notare altri dettagli. Era diventato irritabile, quasi infastidito da tutto. Una semplice domanda bastava a farlo sbuffare. Sembrava che qualsiasi cosa dicesse potesse farlo esplodere. Non era più l’uomo calmo e attento di prima, e lei non capiva perché.
Poi c’era il telefono. Lo portava sempre con sé, anche solo per andare in cucina. Lo teneva capovolto sul tavolo, e aveva cambiato la password senza dire nulla. Quando arrivava un messaggio, il suo sguardo si faceva teso, rapido, come se volesse nascondere qualcosa. Giulia aveva cercato di non pensarci, di non farsi travolgere dai sospetti, ma la mente è difficile da ingannare.
Una sera lo aveva visto davanti allo specchio. Si era comprato una camicia nuova, si era fatto la barba con cura, aveva messo un profumo che non usava da anni. Quando lei gli aveva chiesto dove andasse, aveva risposto con naturalezza:” Ho una cena di lavoro”, ma qualcosa nel tono era stonato. Non sapeva se fosse la voce o lo sguardo, ma sentì che quella frase non le apparteneva.
Col passare dei giorni, Marco aveva cominciato a tornare sempre più tardi. Riunioni improvvise, clienti che non potevano aspettare. Giulia rimaneva a tavola da sola, il piatto ormai freddo, la mente piena di domande a cui non aveva il coraggio di dare risposta.
Una sera, mentre lui parlava con tono affettuoso, dicendole che le voleva bene, lei lo guardò negli occhi e capì. Non servivano più parole, né prove. Le sue parole non avevano più lo stesso peso, perché il suo sguardo era altrove, la sua mente era già da un’altra parte.
Non ci fu una scena, né accuse. Solo silenzio. Quello stesso silenzio che da settimane abitava la loro casa.
E in quel silenzio, Giulia comprese che a volte l’amore non finisce di colpo si consuma piano, mentre uno dei due se ne va, e l’altro resta a guardare.
Capì anche che, per quanto doloroso, era arrivato il momento di scegliere se restare ferma in quella bugia o ricominciare da se stessa.
E così fece, perché quando qualcosa non torna, forse non è la testa a sbagliare, ma il cuore a vedere prima di tutto.
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