mercoledì 12 novembre 2025

Il significato del disordine







Essere disordinati non è soltanto una questione di oggetti sparsi, di vestiti abbandonati su una sedia o di fogli ammassati su una scrivania. Il disordine, spesso, racconta qualcosa di più profondo uno stato interiore, un modo di pensare o, a volte, una forma di libertà che non tutti comprendono.

Ricordo ancora la prima volta che mi recai a casa della mia migliore amica. L’avevo sempre immaginata precisa, ordinata, con ogni cosa al suo posto, perché così appariva in ogni gesto, in ogni parola. Quando aprì la porta, invece, rimasi sorpresa c’erano libri accatastati sul tavolo, tazze di caffè mezze vuote qua e là, fogli e colori sparsi come se il tempo si fosse fermato nel mezzo di una creazione. Mi stupii, ma non in senso negativo. Quella confusione aveva qualcosa di vivo, di autentico, di profondamente suo. Era come se il disordine raccontasse la sua anima meglio di qualunque spiegazione.


In quel momento capii che esistono diversi tipi di disordine. C’è quello che nasce dalla distrazione o dal disinteresse, ma c’è anche quello che è il segno di una mente in movimento, di una persona che crea, sogna, e non ha paura di lasciare tracce del proprio passaggio. Il suo disordine non era abbandono, ma espressione un linguaggio invisibile che diceva qui si pensa, qui si vive.


Ci sono persone per cui l’ordine rappresenta sicurezza, controllo, stabilità. Altre, invece, vivono nel disordine senza sentirsi a disagio in quel caos trovano ispirazione, spontaneità e libertà. Il disordine, per alcuni, è una mappa personale che solo loro sanno leggere. Ogni oggetto ha un suo posto nascosto, ogni cosa è lì per un motivo, anche se non segue la logica comune.


A volte, però, il disordine è anche il riflesso di una mente sovraccarica, di pensieri che non trovano spazio o di emozioni non ancora messe in fila. In quei casi, riordinare può diventare un gesto terapeutico rimettere a posto il mondo esterno aiuta a dare forma anche a quello interiore.


Essere disordinati, dunque, non significa necessariamente essere confusi o trascurati. È un modo di esprimersi, un linguaggio silenzioso che rivela come ognuno di noi affronta la vita c’è chi la ordina per controllarla, e chi la lascia un po’ sparsa per poterla respirare meglio. E forse, nel disordine di chi amiamo, si nasconde semplicemente la verità più sincera di ciò che sono.

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