giovedì 31 ottobre 2024

Prendi il mio respiro



Cerco sempre qualcuno nel riflesso di una stella …

Sei tu?

Ma forse sono  io che mi rivedo nel desiderio di perdermi nell’emozione.

Vorrei sorprendermi con le tue carezze dolcissime e poi entrare nel vento per volare oltre l’immaginazione … dove nessuno può arrivarci.

Sì! Nel cielo aperto … dentro il tuo sorriso per risplendere nel tuo sguardo.

Dai … Prendi il mio respiro … se vuoi tutto di me senza che io perda nulla.

mercoledì 30 ottobre 2024

Ricordi di mio padre



Giorni fa rovistando tra le cose di mio padre, ho trovato pochi euro nelle tasche di una giacca ormai in disuso, finalmente mi sono decisa a far dono di tutti i suoi abiti.


I miei e quelli di mia madre li ho donati da tempo a chi più di me aveva bisogno, ma come dare via la giacca di mio padre, dove appoggiavo il viso?


Solo a pensarci, i miei occhi si rigonfiano di lacrime e stupore, prima ancora che di dolore.


Dopo anni, io sono ancora stupita, quella sua assenza mi pare ancora improvvisa.


Ma è giunto il momento di far andare la sua anima e lasciarlo libero di volare, di conservare qualcosa, ma non tutto.


Eppure ci misi tanto tempo a rimuovere i mobili dalla sua stanza da letto che avevo lasciata intatta, adesso tocca alle cose che lui indossava.


Ho tirato fuori dall'armadio camicie che non gli ho mai visto indossare alcune con i cartellini da dove li aveva comprati e altre a me ben care dove ho sentito il suo profumo.


Purtroppo io non le posso indossare sono una donna, il mio babbo per me era un gigante buono.


Chissà come sarebbe vederlo ora e cosa direbbe vedendo me donare tutto di lui.


E c’era qualche bigliettino nella tasca di un cappotto, con dei calcoli segnati sopra dalla sua grafia, di tanti anni di duro lavoro e qualche spicciolo.


Quando babbo ci lasciò, nel suo portafogli avevo trovato tre euro, e noi eravamo tre figli, litigavamo spesso tra noi, ci volle tempo per fare pace.


E ogni volta che facevo la pace con uno di loro, tiravo fuori uno di quegli euro e insieme prendevamo un caffè con quei soldi che avevo trovato.


Come se lui fosse presente.

Come se noi figli condividessimo tutto di lui.


E quando spesi l’ultimo euro del portafogli e la famiglia fu riconciliata per intero, mi mancò quella tradizione.


Ma ieri sera ho trovato questi tre euro giusti per un caffè, sta tornando mio fratello Roberto a giorni da Parigi, andremo  a quel bar dove eravamo soliti  andare con nostro padre.


Questa volta offre lui. 

martedì 29 ottobre 2024

Un nuovo modo di vedere la vita



Marco era un uomo di cinquant'anni, un padre devoto e un marito affettuoso. 


Aveva una vita piena di gioia e passioni: amava il giardinaggio, la pittura e trascorrere tempo con la sua famiglia. 


Un giorno, però, durante un controllo di routine, il medico gli comunicò una notizia che cambiò tutto: aveva ricevuto una diagnosi di cancro.


Mentre il dottore spiegava i risultati e i possibili trattamenti, il mondo di Marco si fermò. 


Si sentì come se un freddo intenso lo avvolgesse, come se la stanza si fosse riempita di silenzio. 


Le parole "malattia seria" rimbombavano nella sua mente, mentre pensava alla sua famiglia e a tutto ciò che non aveva ancora fatto nella vita.


Quando tornò a casa, cercò di mantenere la calma, ma dentro di sé si sentiva travolto. 


Aveva paura non solo per la sua vita, ma anche per l’impatto che la sua malattia avrebbe avuto su sua moglie Elena e sui suoi due figli, Giulia e Luca.


Durante la cena, non riusciva a concentrarsi sul cibo, ogni boccone sembrava pesante e ogni parola pronunciata dai suoi familiari si perdeva in un abisso di pensieri angoscianti. 


Pretese un sorriso, ma la sua mente era un turbinio di preoccupazioni, Elena, notò il suo comportamento strano, cercò di fargli raccontare cosa lo turbava, ma Marco si sentiva vulnerabile e indeciso. Non voleva gravare sui suoi cari con la sua tristezza. Nei giorni successivi, Marco si immerse nei suoi pensieri. 


Era difficile affrontare la realtà della sua malattia, realizzò  che doveva condividere ciò che stava vivendo. 


Decise di parlarne con la sua famiglia, e una sera, seduti insieme nel soggiorno, si fece coraggio e rivelò loro tutto. 


Le lacrime di Elena, le espressioni di Giulia e Luca, lo colpirono profondamente, ma con sorpresa notò che una volta condivisa la notizia, il peso che portava sembrava un po' più leggero.


Con il supporto della sua famiglia, Marco decise di affrontare la malattia con determinazione. 


Iniziarono insieme a informarsi riguardo ai trattamenti e a cercare il miglior specialista disponibile. 


Ogni giorno, si concentrò su piccoli obiettivi: camminare nel giardino, lavorare sui suoi dipinti e trascorrere momenti speciali con i suoi figli.


La chemioterapia iniziò a pesargli e il suo corpo subì dei cambiamenti, ci furono giorni buoni e giorni difficili, ma il supporto di Elena e dei bambini era costante. 


Spesso si riunivano per guardare un film, cucinare insieme o semplicemente parlare. 


Marco si rese conto che, anche se la malattia era una sfida, l’amore della sua famiglia era una luce che lo guidava nel buio.


Un giorno, mentre si trovava nel giardino che tanto amava curare, notò un fiore che stava sbocciando nonostante il freddo dell'autunno.

 

In quel momento, capì che, proprio come quel fiore, poteva continuare a crescere e prosperare, anche di fronte alle avversità. Decise di affrontare ogni giorno come un'opportunità per vivere e per amare.


Col passare dei mesi e dopo vari trattamenti, Marco cominciò a vedere dei miglioramenti anche se il cammino era lungo, la sua forza interiore e la capacità di trovare bellezza nella vita quotidiana lo aiutarono a superare momenti di difficoltà. 


Quello che gli stava accadendo, non era solo una lotta contro la malattia, ma anche un viaggio di riscoperta, di connessioni profonde e di gratitudine per ogni istante trascorso con le persone che amava.


Alla fine, Marco capì che, sebbene la diagnosi fosse stata un duro colpo, aveva anche aperto la porta a un modo nuovo di vedere la vita, con il supporto della sua famiglia, ogni giorno diventava un giorno di speranza e di rinascita.

lunedì 28 ottobre 2024

I ragni e i loro vantaggi

 


I ragni sono artropodi appartenenti alla classe degli aracnidi. Hanno  otto zampe e, a differenza degli insetti, non hanno antenne.


Può essere difficile e strano da credere, ma sarebbe bene che ci pensassimo due volte prima di uccidere il prossimo ragno che vediamo per casa. 


Il motivo è molto più semplice di quello che crediamo: essi compongono una importante parte del nostro piccolo ecosistema casalingo ed anche se normalmente ci piace pensare che casa nostra sia completamente isolata dal mondo esterno, nella maggior parte dei casi non è proprio così. 


Molto spesso al suo interno è possibile trovare dei ragni, per lo più non pericolosi o “aggressivi”, che hanno un ruolo fondamentale nell’eliminare piccoli parassiti. 

Infatti essi rappresentassero un elemento favorevole per il benessere dell’ecosistema casalingo che nocivo. 


I ragni sono predatori e si nutrono principalmente di insetti, catturandoli con le loro ragnatele o cacciandoli attivamente, adatti a mangiare tutto ciò che catturano all’interno della propria ragnatela, ma nella maggior parte dei casi catturano regolarmente parassiti fastidiosi e persino insetti portatori di potenziali malattie, come le zanzare. 


Esistono migliaia di specie, alcune delle quali possono essere velenosi.


Detto ciò, è normale temere i ragni, d’altra parte non hanno proprio un bel aspetto e nella maggioranza dei casi contengono un veleno troppo debole per causare problemi agli esseri umani, ma normalmente tendono ad evitare gli umani e una volta superata la paura si potrebbe scoprire di riuscire a convivere tranquillamente (nei limiti) e, perché no, scoprire che ciò può portare anche dei vantaggi!

domenica 27 ottobre 2024

C’era una volta il Natale

 






C'era una volta il giorno di Natale delle famiglie che si riunivano per stare insieme, mentre si era a tavola la televisione era spenta perché ci si parlava e si apprezzava quello che si aveva.

C’era il Natale delle cose dolci, delle arance sul tavolo e la frutta secca da sgranocchiare tra una risata e un'altra. 


L’odore dei biscotti fatti in casa, il ragazzo che per strada portava la teglia sul capo piena di taralli da infornare al forno a legna 

 

Il giorno di Natale la mamma, apparecchiava la tavola con il servizio buono e la tovaglia ricamata, con le posate lucidate per la festa, non c’era il cellulare. 


Quello non era stato ancora inventato e non era un regalo di Natale. 


C’erano  gli auguri con baci e abbracci veri detti a voce, le telefonate ai parenti lontani, le strette di mano calorose, non degli sterili messaggi sui social.


C'era una volta il giorno di Natale, un tempo in cui sentivamo il Natale e lo vivevamo, le  nonne raccontavano storie ai bambini che restavano incantati ad ascoltare.


Ora abbiamo tanti " amici" e siamo soli, soli  con un cellulare in mano, soli tra milioni di altri cuori soli che non sentono più la magia del Natale. 

sabato 26 ottobre 2024

Ogni scelta, è un mattone nel nostro futuro



Giacomo era un falegname anziano che aveva lavorato tutta la vita costruendo case. Era stanco e desiderava ritirarsi per godersi il tempo con la sua famiglia. Così, andò dal suo datore di lavoro e gli disse che voleva lasciare il lavoro e andare in pensione.

Ernesto, dispiaciuto di perdere un così bravo artigiano, gli chiese un ultimo favore: "Vorrei che tu costruissi un'ultima casa prima di andare in pensione."


Giacomo accettò, ma ormai era stanco e desiderava solo terminare in fretta per godersi il meritato riposo. Iniziò quindi a costruire la casa, ma senza la solita passione e attenzione ai dettagli. Usò materiali di qualità inferiore e fece un lavoro superficiale. Non costruì con la solita cura e precisione, e il risultato fu una casa di qualità scadente.


Quando finalmente Giacomo terminò la costruzione, Ernesto venne a vedere la casa. Dopo averla ispezionata, consegnò le chiavi a Giacomo e disse: "Questa casa è il mio regalo per te, per ringraziarti di tutti questi anni di duro lavoro."


Giacomo rimase senza parole. Se avesse saputo che stava costruendo la sua casa, l'avrebbe certamente fatta con molta più attenzione. Si vergognò profondamente del lavoro che aveva fatto e si rese conto che la sua scarsa dedizione aveva compromesso la qualità della sua stessa vita.


Ogni giorno costruiamo la nostra vita con le azioni che compiamo, se non mettiamo il massimo impegno e cura in ciò che facciamo, rischiamo di costruire una vita di cui non saremo soddisfatti. Ogni scelta, ogni azione è un mattone nel nostro futuro. 


Per questo, è importante fare sempre del nostro meglio, anche quando pensiamo che nessuno stia guardando o che non ne valga la pena. 


La vita, ci insegna l'importanza di mettere impegno e dedizione in tutto ciò che facciamo, perché ogni azione costruisce il nostro futuro.

venerdì 25 ottobre 2024

Usare le persone



La cosa più importante da fare prima di iniziare una relazione  è porsi queste domande:

-sono pronto per una relazione in questo momento? (Questo stato di prontezza di cui sto parlando non riguarda solo il volere o il non volere una relazione.)

-Tutto va bene nella tua vita?

-Ci sono cose nella tua vita che spingeranno costantemente la tua relazione in secondo piano?

-Riesci a dare priorità alla relazione?

-La tua psicologia è pronta a provare emozioni intense? -

-C'è qualche danno nella tua anima o nel tuo cuore che deve essere riparato?

 Non dovresti aspettarti che gli altri riparino i tuoi danni.

Ovviamente, potete essere buoni l'uno per l'altro e guarire, ma non penso che sia giusto iniziare una relazione con l'aspettativa di questo. 

Sarebbe meglio se non cercassi di riparare il danno che qualcuno ti ha lasciato con qualcun altro.

 Questo è anche chiamato usare le persone come bende  è davvero una situazione terribile e dannosa.

 Se stai vivendo situazioni del genere, sarebbe più opportuno cercare di superarle prima e guarire sé stessi, assicurandosi di essere mentalmente preparati, la guarigione, darà un inizio più sano nella nuova relazione.

Non bisogna essere ingiusti con sé stessi o con gli altri, chi ha vissuto relazioni velenose conosce bene le conseguenze!

giovedì 24 ottobre 2024

Segretamente innamorata




Era un giorno folle nella sua vita. Le capitò di aggrapparsi a un'immagine dell'uomo che amava così tanto. La gente non sapeva che era innamorata. Le piaceva piuttosto quella persona. La gente non lo sapeva. Teneva la sua bella foto nelle pagine di un bellissimo diario che portava con sé ovunque andasse...

Un giorno si trovò da sola nella sua stanza. Le capitò di avere quel diario con sé, quello con la sua foto. Quel giorno si sentì piuttosto sola così aprì il suo bellissimo diario blu per rivedere la foto del suo innamorato.

Osservò attentamente l’immagine dell'uomo affascinante con la pelle abbronzata. Aveva i capelli più belli ed era alto. I suoi occhi erano grandi e misteriosi e le sue labbra erano carnose. Era sola nella stanza, solo lei, la foto dell'uomo che amava era nelle sue mani.

Fissò la foto con desiderio. Si chiese cosa ci sarebbe voluto per essere dove si trovava lui. Studiò attentamente la foto. Più la fissava, più notava cose.

Notò che i suoi occhi erano di un blu profondo e scuro. Vide il marrone chiaro della sua pelle. Notò che le sue labbra erano curvate in un sorriso e, quando fissò la foto, il sorriso sembrò ancora più intenso.

Pensò all'uomo nella foto. Pensò a come i suoi occhi sembravano fissarla profondamente in quei momenti. Si chiese cosa avrebbe provato se fossero stati insieme e lui la vedeva fissarlo in quel modo. Si morse il labbro e richiuse il diario esitante.

mercoledì 23 ottobre 2024

La moglie tradizionale







Al giorno d'oggi, gli spazi online sembrano pieni di donne che ritraggono un certo modo di vivere, portando a un'estetica peculiare che diventa sempre più importante. 

Questa tendenza, che rende popolare un ideale passato della donna perfetta, è ovunque sui social media.

Le mogli tradizionali contemporanee sono ispirate dai cosiddetti valori "tradizionali" sui ruoli di genere, il matrimonio e la famiglia, riproducendo un'estetica tipica della metà del secolo scorso, che vedeva le donne esclusivamente dedicate a servire il marito e i figli, sempre con un sorriso sulle labbra.

Queste insistono sul fatto che il loro stile di vita è una scelta, spesso condendo i loro discorsi con un pizzico di risoluto anti femminili, rifiutando il fatto che le lotte femministe hanno consentito un miglioramento delle condizioni generali delle donne. 

Ma il problema non è cosa sia in effetti la scelta di qualcuno, anche se il concetto di "scelta" potrebbe essere discusso criticamente attraverso la lente dell'indottrinamento culturale e religioso.

Il problema è che, se guardiamo attentamente, ci rendiamo conto che questa attuale idea di tendenza di come dovrebbe essere la donna perfetta è legata a un passato non così lineare e molto controverso.

Un po’ di anni addietro, il matrimonio era un affare potenzialmente dolce ma sempre incerto per le donne. 

La giustizia non era sempre servita nei matrimoni sbagliati, poiché c'erano poche o nessuna protezione contro lo stupro coniugale e la violenza domestica.

 La polizia spesso non arrestava a meno che la ferita della moglie non richiedesse un certo numero di punti di sutura e molti credevano che le donne provocassero i loro mariti a picchiarle.

Inoltre, Il divorzio non era una via d'uscita facile, all’epoca era comune che le ex mogli se ne andassero con poco o niente. 

Un marito aveva il diritto di determinare la residenza della famiglia, quindi se si trasferiva e lei si rifiutava di seguirlo, poteva essere accusata di abbandono.

Le donne non potevano nemmeno ottenere in modo affidabile le proprie carte di credito fino agli anni '70. 

Solo nel 1974 è diventato illegale per i creditori discriminare in base al sesso o allo stato civile, prima di allora, se una donna single con una carta di credito si sposava, il marito doveva diventare il titolare legale del conto.

In caso di divorzio negli anni '50 e '60, si riteneva che i guadagni acquisiti durante il matrimonio fossero proprietà separata, quindi le casalinghe non avevano diritto a una quota di ciò che i loro mariti guadagnavano durante il matrimonio.

Anche quando le cose funzionavano in un matrimonio, le donne che non soddisfacevano le aspettative della società come mogli e madri perfette erano considerate inadatte e, di conseguenza, considerate persone che avevano bisogno di essere curate.

Tutto questo non significa che non ci sia mai stata una casalinga felice sulla Terra, come per tutte le passioni e le preferenze, avere la possibilità di seguire la propria vera vocazione può essere utile per una donna, o un uomo, e può renderla felice e realizzata. 

Tutto questo significa che il passato dorato per le mogli tradizionali contemporanee non è mai esistito.

Era un'epoca popolata da molte donne che erano felici del loro ruolo, di sicuro, ma la realtà è che molte donne non lo erano e dovevano sottomettersi alle norme della società per essere accettate.

In altre parole Imporre valori e stereotipi di genere "tradizionali" alle persone, in particolare alle donne, è una questione fuori dal tempo.

martedì 22 ottobre 2024

Il bullismo







 A scuola nella mia classe in seconda media, c’era  un ragazzino basso per la sua età, introverso che non socializzava mai con nessuno. 


Durante l’ora di refezione, pranzava sempre da solo su un tavolo, all’angolo della sala mensa dove tutti i ragazzi si riunivano per la pausa pranzo prima di riprendere a studiare. 


Lui sedeva vicino ad una delle finestre che dava sul cortile della scuola con lo sguardo perso nel vuoto. 


Era come se fosse nel suo piccolo mondo e nulla gli importasse, io non l'ho mai visto sorridere da quando lo conosco. 


I ragazzi si divertivano a prenderlo in giro con tutti i nomignoli che lo ferivano profondamente, ma Claudio non reagiva mai né mostrava quanto lo avessero  ferito, il che sembrava far infuriare ancora di più i suoi aguzzini.


Un giorno avvenne un episodio stano, mentre attraversava la strada per varcare il cancello della scuola si fermò davanti a un'auto come se aspettasse che l'auto lo investisse. 


L'autista gli intimò di attraversare velocemente ma lui era come congelato e si mosse solo quando l'autista scese dal mezzo e gli chiese se stava bene. 


Claudio, abbassò il capo e si allontanò  velocemente mentre la folla lo osservava basita.


Durante le lezioni di educazione fisica  i ragazzi di classe, non lo includevano quasi mai  nelle squadre sportive, Claudio, si recava in un angolo lontano della palestra e si sedeva nascondendo il viso tra le mani. 


Per di più, lo tormentarono nello spogliatoio e lo insultavano chiamarlo  femminuccia, lanciandogli ogni sorta di cosa da dietro perché si dimenticasse chi fosse..


Lui, con le lacrime agli occhi cercava di rialzarsi, ma ancora insoddisfatti, quelli, gli toglievano dalle mani i libri e glieli scaraventavano contro facendolo cadere di nuovo. 


Chi lo vedeva lì in terra nel corridoio della scuola, rideva di lui.


Claudio si ricomponeva, prendeva i suoi libri e correva fuori in cortile finché gli mancava il respiro, correva… senza sapere dove andava, non gli importava se gli succedeva qualcosa o che fosse morto quel giorno.


Claudio era fatto così, non diceva a nessuno quello che gli accadeva né si lamentava. 


Dopo quegli episodi incresciosi, saltò a scuola per qualche giorno, qualcuno, ipotizzò che si fosse suicidato. 


Tutti a scuola ridevano, nessuno si preoccupò di chiamare la famiglia per sapere se stesse bene, a nessuno mancava, a nessuno importava sapere.


Quello che tutti non sapevamo era che il suo patrigno lo aveva gravemente ferito e che era ricoverato in ospedale. 


Claudio non ha mai raccontato a nessuno quando è tornato a scuola cosa gli era veramente successo.


Quando i ragazzi, videro che era ancora vivo, rimasero delusi e gli suggerirono di farla finita. "Fallo bene questa volta." gli intimarono sottovoce.


Non si era ancora ripreso Claudio a causa di quello che aveva subito dal suo patrigno. 


Un giorno dopo l'educazione fisica si comportò in modo molto strano, stava  di fronte a tutti a testa bassa, come se tutto il suo mondo stesse per crollare, incominciò a tremare.


Il professore gli si avvicinò e lo tranquillizzò.


C'era un silenzio insolito nella stanza che ci spaventò, fu allora che tutti videro il suo corpo coperto di lividi sulla schiena, sulle gambe e sulle braccia. 


Claudio, aveva le lacrime agli occhi e si vergognava chiaramente del suo corpo.


Loro, i bulli,  quella volta non  gli toccarono i vestiti, non lo insultarono né lo picchiarono;  lo lasciarono solo. 


Aveva 12 anni Claudio e non poteva coinvolgere nessuno, era a conoscenza che se avesse fatto la spia al suo patrigno sarebbe stato mille volte peggio di quello che subiva a scuola e viveva con la paura di quello che quel uomo gli avrebbe  potuto fare perché, nessuno lo avrebbe aiutato tutti, gli avrebbero dato del bugiardo.


 Si svegliava  ogni giorno con la speranza che le cose cambiassero, non aveva rancore per nessuno, neanche di sua madre che era ignara di quello che gli accadeva, desiderava solo una vita normale ed essere felice.


Adesso Claudio, non potrà dire di aver realizzato i suoi sogni  e probabilmente non lo dirà mai, ma ha avuto la forza di aprirsi con me raccontarmi amare verità.


Non è più in pericolo e non è più solo…,ha un amico su cui contare e può affrontarne la vita con più ottimismo.