A scuola nella mia classe in seconda media, c’era un ragazzino basso per la sua età, introverso che non socializzava mai con nessuno.
Durante l’ora di refezione, pranzava sempre da solo su un tavolo, all’angolo della sala mensa dove tutti i ragazzi si riunivano per la pausa pranzo prima di riprendere a studiare.
Lui sedeva vicino ad una delle finestre che dava sul cortile della scuola con lo sguardo perso nel vuoto.
Era come se fosse nel suo piccolo mondo e nulla gli importasse, io non l'ho mai visto sorridere da quando lo conosco.
I ragazzi si divertivano a prenderlo in giro con tutti i nomignoli che lo ferivano profondamente, ma Claudio non reagiva mai né mostrava quanto lo avessero ferito, il che sembrava far infuriare ancora di più i suoi aguzzini.
Un giorno avvenne un episodio stano, mentre attraversava la strada per varcare il cancello della scuola si fermò davanti a un'auto come se aspettasse che l'auto lo investisse.
L'autista gli intimò di attraversare velocemente ma lui era come congelato e si mosse solo quando l'autista scese dal mezzo e gli chiese se stava bene.
Claudio, abbassò il capo e si allontanò velocemente mentre la folla lo osservava basita.
Durante le lezioni di educazione fisica i ragazzi di classe, non lo includevano quasi mai nelle squadre sportive, Claudio, si recava in un angolo lontano della palestra e si sedeva nascondendo il viso tra le mani.
Per di più, lo tormentarono nello spogliatoio e lo insultavano chiamarlo femminuccia, lanciandogli ogni sorta di cosa da dietro perché si dimenticasse chi fosse..
Lui, con le lacrime agli occhi cercava di rialzarsi, ma ancora insoddisfatti, quelli, gli toglievano dalle mani i libri e glieli scaraventavano contro facendolo cadere di nuovo.
Chi lo vedeva lì in terra nel corridoio della scuola, rideva di lui.
Claudio si ricomponeva, prendeva i suoi libri e correva fuori in cortile finché gli mancava il respiro, correva… senza sapere dove andava, non gli importava se gli succedeva qualcosa o che fosse morto quel giorno.
Claudio era fatto così, non diceva a nessuno quello che gli accadeva né si lamentava.
Dopo quegli episodi incresciosi, saltò a scuola per qualche giorno, qualcuno, ipotizzò che si fosse suicidato.
Tutti a scuola ridevano, nessuno si preoccupò di chiamare la famiglia per sapere se stesse bene, a nessuno mancava, a nessuno importava sapere.
Quello che tutti non sapevamo era che il suo patrigno lo aveva gravemente ferito e che era ricoverato in ospedale.
Claudio non ha mai raccontato a nessuno quando è tornato a scuola cosa gli era veramente successo.
Quando i ragazzi, videro che era ancora vivo, rimasero delusi e gli suggerirono di farla finita. "Fallo bene questa volta." gli intimarono sottovoce.
Non si era ancora ripreso Claudio a causa di quello che aveva subito dal suo patrigno.
Un giorno dopo l'educazione fisica si comportò in modo molto strano, stava di fronte a tutti a testa bassa, come se tutto il suo mondo stesse per crollare, incominciò a tremare.
Il professore gli si avvicinò e lo tranquillizzò.
C'era un silenzio insolito nella stanza che ci spaventò, fu allora che tutti videro il suo corpo coperto di lividi sulla schiena, sulle gambe e sulle braccia.
Claudio, aveva le lacrime agli occhi e si vergognava chiaramente del suo corpo.
Loro, i bulli, quella volta non gli toccarono i vestiti, non lo insultarono né lo picchiarono; lo lasciarono solo.
Aveva 12 anni Claudio e non poteva coinvolgere nessuno, era a conoscenza che se avesse fatto la spia al suo patrigno sarebbe stato mille volte peggio di quello che subiva a scuola e viveva con la paura di quello che quel uomo gli avrebbe potuto fare perché, nessuno lo avrebbe aiutato tutti, gli avrebbero dato del bugiardo.
Si svegliava ogni giorno con la speranza che le cose cambiassero, non aveva rancore per nessuno, neanche di sua madre che era ignara di quello che gli accadeva, desiderava solo una vita normale ed essere felice.
Adesso Claudio, non potrà dire di aver realizzato i suoi sogni e probabilmente non lo dirà mai, ma ha avuto la forza di aprirsi con me raccontarmi amare verità.
Non è più in pericolo e non è più solo…,ha un amico su cui contare e può affrontarne la vita con più ottimismo.