venerdì 11 ottobre 2024

Voce antica



Ci sono sussurri sotto la mia pelle, sono le mie ossa scricchiolano per il peso dei giorni vissuti, dei ricordi creati, ogni respiro che faccio è come l'aria autunnale nel mio petto.

 Sento il tempo ticchettare, picchiettare sulla mia coscienza, come un martello morbido sul fragile vetro del mio presente, ricordandomi cosa deve ancora venire.

 Lo specchio tradisce il mio viso, crepe sconosciute intorno ai miei occhi, nuove linee che si allungano come strade, che conducono da qualche parte lontano da qui.

 Cos'è la morte se non un'ombra che abbiamo sempre conosciuto, incombente negli angoli di ogni stanza, in agguato sotto il peso di parole non dette?

 Un lento disfacimento, come la maglia del tuo maglione preferito allentata da anni di tocco, finché un giorno, il filo non c'è più.

 Vedo gli alberi, come lasciano cadere le loro foglie senza dolore, come la terra accetta il ritorno, senza protestare, solo un dolce fruscio di nuovo a terra.

 Mi chiedo se anche noi dovremmo cedere dolcemente abbracciare il nostro ritorno alla terra.

 C'è un tremito nel mio midollo, un ronzio che diventa più forte ogni giorno.

 Il sole sembra più lontano, svanendo come i nomi che ricordavo.

 Invecchiare è il lento dimenticare canzoni un tempo note, versi che scivolano dalla mia lingua mentre la melodia indugia, metà ricordata, metà dimenticata.

 Non temo la fine, ma il lento scivolare nel silenzio, i momenti in cui il corpo è presente ma l'anima si sente assente.

 Ricorderò come lasciar andare?

 L'ultimo respiro sembrerà un ritorno a casa o una partenza nel nulla?

 Forse le ossa sanno qualcosa la mente non lo saprà mai, forse soffrono per la consapevolezza che un giorno, riposeranno.

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