giovedì 5 giugno 2025

L’amore appartiene alle creature semplici








L’amore, nella sua essenza più pura, appartiene alle creature semplici. Non semplici nel senso banale del termine, ma semplici come lo sono i ruscelli che scorrono senza pretesa, gli uccelli che migrano seguendo un richiamo antico, o i bambini che abbracciano senza motivo. 

L’amore è una forza che non ha bisogno di intelligenza per esistere, ma solo di verità. Le creature semplici amano perché non hanno bisogno di strategie per proteggersi, né di maschere da indossare. 

Amare per loro è come respirare naturale, necessario, autentico.  


Anche Tobia, amava in quel modo semplice, viveva ai piedi delle montagne,  era un pastore, uno di quei uomini che parlano poco ma osservano molto. Ogni mattina conduceva il suo gregge su per i pendii erbosi e tornava al tramonto, col sole che gli dipingeva la pelle di rame.


Nel villaggio viveva anche una donna, Lea, una maestra. Colta, raffinata, spesso immersa nei libri e nei pensieri complicati. Lea non aveva mai notato Tobia, troppo assorta nelle sue analisi sull’amore, sulla vita, sul senso dell’esistenza. Cercava l’amore in uomini che sapevano usare bene le parole, ma che non conoscevano la coerenza del gesto.


Un giorno, Lea cadde e si ferì a una caviglia mentre raccoglieva erbe lungo il sentiero. Tobia la trovò e la sollevò con naturalezza, senza dire molto. La portò a casa sua, le medicò il piede, le offrì del pane e del formaggio fatto da lui. Nessun discorso, nessuna poesia. Solo presenza.


Nei giorni seguenti, Tobia tornava a trovarla in silenzio, le lasciava latte fresco davanti alla porta, legna già spaccata, e un sorriso semplice. Lea, che aveva sempre cercato l’amore tra le righe di un romanzo, cominciò a comprenderlo nel silenzio di quel pastore. Non c’erano promesse, né grandi discorsi ma  c’era una cura che parlava chiaro.


Un anno dopo, Lea e Tobia erano ancora lì. Lei aveva smesso di cercare e aveva iniziato a sentire. Lui non era cambiato lo stesso sguardo calmo, la stessa mano ferma. Eppure, tra loro, qualcosa di indistruttibile si era costruito, senza rumore.


L’amore appartiene alle creature semplici, perché sono le uniche capaci di viverlo senza sovrastrutture, senza trasformarlo in una lotta di potere o in un gioco mentale. Non si chiedono se stanno vincendo o perdendo, se stanno ricevendo abbastanza o se stanno dando troppo. Amano, e basta.


In un mondo che complica tutto, l’amore semplice sembra ingenuo, ma  è in quella semplicità che si nasconde la sua forza più grande. Non è l’amore che ha bisogno di essere spiegato, ma il cuore che deve disimparare il superfluo per poterlo accogliere.

L’amore vero non è nelle parole ricercate, ma nei gesti quotidiani. Nella costanza. Nella cura. Nell’assenza di rumore. Perché l’amore, quello che resta, non ha bisogno di effetti speciali. Solo di verità. E la verità appartiene a chi ha il coraggio di essere semplice.

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