
Il bullismo è una forma di violenza che si manifesta attraverso comportamenti ripetuti di sopraffazione, esclusione o derisione nei confronti di una persona più fragile. Può assumere forme fisiche, verbali, psicologiche o digitali e, se non affrontato, lascia profonde ferite emotive. Non è mai un gioco è un abuso di potere che mina l’autostima e il senso di sicurezza della vittima.
Giulia notò che suo figlio Andrea, un ragazzo solare e curioso, stava cambiando. Non aveva più voglia di andare a scuola, si chiudeva spesso in camera e i suoi occhi erano pieni di un silenzio che faceva rumore. Ogni mattina inventava una scusa per restare a casa, e quando tornava da scuola, le spalle curve e lo sguardo basso parlavano da soli.
Dietro quella tristezza c’era un dolore nascosto Andrea veniva preso di mira dai compagni. Gli nascondevano lo zaino, lo spingevano nei corridoi, ridevano di lui per la sua timidezza. Andrea non trovava la forza di dirlo, perché temeva di sembrare ancora più debole.
Fu una sera, mentre Giulia lo abbracciava, che Andrea cedette e si lasciò andare a un pianto liberatorio. Non servivano molte parole la madre comprese e lo rassicurò con la promessa che insieme avrebbero trovato una via d’uscita. In quell’abbraccio, Andrea sentì per la prima volta che non era più solo.
Il giorno dopo, Giulia si recò a scuola e parlò con gli insegnanti. Raccontò ciò che suo figlio stava vivendo e chiese che la situazione venisse affrontata. La scuola attivò un percorso di sensibilizzazione, coinvolgendo genitori e alunni, affinché il problema non fosse ridotto a semplici “ragazzate”.
Poco alla volta, le prese in giro diminuirono. Alcuni compagni, capendo la sofferenza causata, iniziarono a cambiare atteggiamento. Andrea, sostenuto dalla madre, ritrovò coraggio tornò a studiare con più serenità e imparò che chiedere aiuto non era un segno di debolezza, ma di forza.
La figura materna fu la chiave di quella rinascita con il suo abbraccio e la sua determinazione, trasformò il dolore in una possibilità di riscatto, mostrando a suo figlio che nessun buio è troppo grande se lo si affronta insieme.
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