
Il razzismo e il fascismo non sono solo ricordi del passato. Sono modi di pensare e di agire che, con nomi diversi, tornano ancora oggi.
Il razzismo nasce dall’idea che alcune persone valgano meno di altre per il colore della pelle, la religione, l’origine o la cultura. Il fascismo prende questa idea e la usa come arma politica divide la società in noi e loro, crea nemici da odiare, alimenta paura per avere consenso e potere.
Il caso più estremo fu quello della Germania nazista, ma non fu l’unico. Negli Stati Uniti, per decenni, le persone nere furono private di diritti fondamentali, discriminate e tenute separate dagli altri. Non era solo odio o pregiudizio era un sistema costruito apposta per tenere il potere in mano a pochi.
Oggi vediamo schemi simili. In molti Paesi occidentali, si parla dei migranti e delle minoranze come se fossero un pericolo, una minaccia all’identità nazionale o alla cultura. È la stessa logica dei fascismi del passato: creare divisione per guadagnare consensi.
La propaganda non si presenta più con divise e simboli, ma viaggia nei discorsi di certi leader, nei social, nei media. Si nasconde dietro parole come sicurezza o difesa delle tradizioni, ma il risultato è lo stesso: escludere, disumanizzare, rendere accettabili leggi ingiuste.
Lo vediamo nelle norme sull’immigrazione sempre più dure, nei campi dove vengono rinchiusi i profughi, nei termini che li descrivono come invasori o parassiti. Queste parole spingono a non vedere più esseri umani, ma numeri o problemi. E quando sparisce l’umanità, l’ingiustizia diventa più facile da accettare.
Uno studioso disse che il male nasce quando manca l’empatia, cioè la capacità di sentire l’altro simile a noi. Senza empatia, tutto diventa possibile l’esclusione, la violenza, perfino lo sterminio.
Per questo non possiamo pensare che il razzismo sia un problema secondario è un segnale pericoloso, che può aprire la strada a nuove forme di fascismo.
La storia ci insegna che chi resta in silenzio davanti all’ingiustizia diventa complice. Difendere i più deboli non è solo un atto di bontà è l’unico modo per difendere la libertà di tutti. Ogni volta che qualcuno viene disumanizzato, la porta al fascismo si apre. A noi spetta scegliere lasciarla aperta, o chiuderla con forza grazie alla memoria, alla giustizia e alla capacità di provare empatia.
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