venerdì 26 settembre 2025

Il valore dell’imprevisto


Camminavo per le vie di un pomeriggio qualunque, convinta che nulla potesse sorprendermi davvero. Il cielo era uniforme, senza sfumature, la città sembrava procedere con il suo ritmo abitudinario passi veloci, telefoni che squillavano, visi distratti. Mi sentivo parte di quel fluire monotono, quasi un ingranaggio in una macchina che non si ferma mai. Eppure, fu proprio in uno di quei giorni che compresi quanto sia raro e prezioso incontrare persone capaci di improvvisare.

Ho sempre avuto un debole per chi non si prepara a vivere, ma semplicemente vive. Per chi non ha bisogno di pensare troppo prima di parlare, per chi non costruisce le frasi come se stesse cercando approvazione. Amo quelle anime che ti sorprendono con gesti improvvisi, che ti sfiorano il braccio solo perché ne hanno sentito il bisogno, che ridono senza preoccuparsi di apparire ridicole, che ti guardano con occhi pieni di vita, senza dover dire nulla di più. In loro c’è una purezza che non si compra, una libertà che non si insegna.


Nella mia vita ne ho incontrate poche, ma ogni volta che accade è come respirare aria fresca dopo un lungo inverno chiuso in casa. Quelle persone hanno la capacità di sciogliere nodi invisibili, di riportarti a una dimensione più semplice, più vera. Con loro non servono maschere, non servono difese. Ti accorgi che la spontaneità è la forma più alta di sincerità, e che chi la possiede porta con sé una verità che illumina.


Io stessa, accanto a queste anime, mi trasformo. Non so se da sola riuscirei ad avere lo stesso coraggio, ma con loro sì. È come se mi regalassero il permesso di essere libera, di lasciarmi andare, di vivere senza dover giustificare ogni battito del cuore. La loro improvvisazione diventa anche la mia, e in quel terreno comune nascono i momenti più autentici.


Il tempo accanto a loro non ha nulla a che vedere con le lancette dell’orologio. Non si misura in ore, ma in emozioni. È fatto di sorrisi spuntati dal nulla, di sguardi che spezzano i silenzi, di gesti piccoli e inattesi che restano impressi più di qualsiasi programma ben riuscito. È un tempo che non si accumula, ma che si imprime dentro, lasciando tracce che durano più a lungo di qualsiasi certezza.


Forse è proprio questo che cerco: non la perfezione, non la sicurezza di un piano, ma l’imprevisto che scuote e sorprende. Non chi sa già cosa fare e cosa dire, ma chi si lascia attraversare dalla vita e mi permette di farlo insieme a lui, perché nei gesti spontanei si nasconde la vera bellezza una risata improvvisa che rompe un momento teso, una carezza che arriva senza motivo, una parola sussurrata perché non poteva restare taciuta.


Credo che l’imprevisto sia la vera essenza del vivere. È ciò che ci ricorda che non siamo macchine, che non tutto può essere calcolato, che l’emozione non nasce dai piani, ma dall’istante. L’imprevisto è un dono fragile, raro, irripetibile.


Ed è lì che io voglio stare, in quella zona viva e incontrollata, dove il cuore decide più della mente, dove ogni cosa accade perché deve accadere, senza prove, senza maschere, senza paura.

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