martedì 16 settembre 2025

La bambola di Mariella



Mariella e Rosa erano sorelle, nate in un piccolo paese del Sud.

Tra loro c’era un anno soltanto di differenza, ma sembravano provenire da due mondi lontani.


La madre aveva scelto, quasi senza rendersene conto Rosa era la figlia da mostrare, da vantare con orgoglio davanti ai parenti; Mariella, invece, era quella che riceveva sempre un rimprovero, quella che non bastava mai.


Il Natale era vicino e in casa si parlava di regali.

Mariella desiderava una sola cosa una bambola che aveva visto in una vetrina del paese. Rosa invece non aveva espresso particolari desideri.


Il giorno di Natale arrivò.

Rosa trovò sotto l’albero proprio quella bambola che Mariella aveva tanto sognato, mentre a Mariella toccò una sciarpa di lana, che non aveva chiesto e che non scaldava il cuore.


Mariella pianse in silenzio quella notte, senza farsi sentire. Ogni tanto riusciva a toccare di nascosto quella bambola, quando la sorella la lasciava incustodita, immaginando che fosse sua.


Gli anni passarono, e con essi anche l’infanzia.

Rosa divenne la figlia che seguì le orme materne, sempre al centro dell’attenzione. Mariella, invece, imparò a costruire la propria vita nell’ombra, silenziosa ma determinata.


Poi accadde l’imprevisto la madre, anziana e malata, finì per affidarsi proprio a Mariella, quella figlia che aveva sempre sminuito e Mariella, nonostante tutto, restò accanto a lei, pronta a prendersene cura. Non lo fece per riconoscenza, ma perché la bontà non si improvvisa era il suo modo di vivere.


Quando la madre se ne andò, Mariella sentì un vuoto, ma anche una certezza dentro di sé non avrebbe mai fatto differenze tra i suoi figli. Li avrebbe amati tutti, senza misura, senza preferenze.


Un pomeriggio, passeggiando in una fiera dell’antiquariato, Mariella scorse una bancarella piena di giocattoli. E lì, tra tante cose, trovò una bambola identica a quella che aveva sognato da bambina. La comprò senza esitazione.


Quella bambola  è sul suo comodino, non  è un giocattolo per lei, ma il simbolo di una promessa mantenuta che le ferite ricevute non sono diventate catene, ma ali per amare meglio.


Essere madre non è solo dare la vita, ma saperla accompagnare con rispetto e dedizione. E l’amore vero, quello che dura, non sceglie e non divide abbraccia tutti i figli allo stesso modo.

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