
Franca Morsina, una donna sulla trentina, ex psicologa criminale con un passato tormentato, decide di isolarsi in una vecchia casa tra i boschi del Pollino, ereditata dalla zia defunta. Dopo un’infanzia segnata dalla misteriosa morte dei genitori e un recente crollo nervoso, Franca cerca nella solitudine una via di guarigione.
Assume farmaci per controllare le sue dissociazioni e allucinazioni, ma la mente resta un campo di battaglia dove realtà e immaginazione si confondono.
All’inizio, la quiete del luogo sembra offrirle pace, ma presto il casale comincia a manifestare stranezze: sussurri al crepuscolo, oggetti che si spostano da soli, ombre che la inseguono nei corridoi.
Franca tenta di razionalizzare, attribuendo tutto alla propria fragilità mentale, finché non scopre sotto una mattonella un foglietto su cui c’è scritto di non fidarti di nessuno, nemmeno di te stessa. Poco dopo, trova un vecchio diario con pagine strappate e una frase enigmatica L’ho vista morire… ma era già morta.
Da quel momento la sua percezione del reale vacilla. Visioni di una donna identica a lei e di un uomo che la osserva dai boschi la gettano nel panico.
Chiede aiuto al suo psicologo, il dottor Riccardi, che la raggiunge al casale e tenta di convincerla che tutto è frutto della sua mente malata. Giorni dopo, un contadino giunge a casa sua cercando proprio Riccardi, sostenendo di averlo visto vivere lì.
Il sospetto si fa ossessione. Frugando tra i documenti dei suoi defunti genitori, Franca scopre che Riccardi era stato lo psicologo di sua madre, affetta da disturbi psichici e curata con farmaci sperimentali.
Il giorno dell’incidente mortale, la madre aveva assunto proprio una delle sue preparazioni, da lì il sospetto Riccardi aveva causato la morte dei genitori e, forse, anche quella della sorella di Franca, scomparsa in circostanze misteriose.
Quando Franca affronta il medico, questi confessa solo in parte le proprie colpe, giustificando la tragedia come un errore di dosaggio,ma qualcosa in lei si spezza definitivamente.
In preda a una calma glaciale, prende un coltello e lo colpisce più volte, liberando tutta la rabbia repressa di una vita. Poi, fissandosi allo specchio, immersa nel sangue, pronuncia la sua ultima verità:
Ora ho un motivo vero… sono pazza.
In quel momento, la follia e la lucidità coincidono. Franca non sa più se ha trovato la verità o se ne è stata inghiottita.
Nessun commento:
Posta un commento