lunedì 20 ottobre 2025

Il respiro silenzioso delle parole


Per gran parte della mia vita ho scelto il silenzio. Non perché non avessi nulla da dire, ma perché temevo che, se avessi lasciato correre le parole, il mio cuore non sarebbe riuscito a stargli dietro. Ho sempre pensato che tacere fosse una forma di forza, che contenere fosse un modo per restare in equilibrio. Così, anche quando provavo dolore, lo nascondevo dietro un sorriso educato, e quando la felicità mi sfiorava, la custodivo come un segreto fragile, per paura che si spezzasse se esposta alla luce.

Ho vissuto a lungo come se la compostezza fosse sinonimo di maturità, ignorando che quella quiete forzata mi stava lentamente imprigionando. Poi, un giorno, quasi per caso, ho iniziato a scrivere. All’inizio erano solo appunti sparsi pensieri nati da un tramonto, da un gesto gentile, da un ricordo improvviso. Ma più scrivevo, più dentro di me si faceva spazio una calma nuova, una serenità che non conoscevo.

Quelle parole, che un tempo restavano chiuse tra la mente e il cuore, hanno trovato finalmente la via per uscire. Scrivere è diventato il mio modo di respirare. In ogni frase sentivo il battito della vita che tornava a scorrere. Alcuni si sentono vivi attraverso il movimento o la voce; io mi sento viva quando le dita scorrono sulla tastiera o la penna disegna linee silenziose su un foglio.


Ogni parola è un frammento del mio essere, un pensiero che prima avevo nascosto, un’emozione che chiede di essere accolta. Scrivere non è solo creare qualcosa da leggere è evocare ciò che si muove nel profondo, dare corpo a ciò che non riesce a farsi suono.

Attraverso la scrittura ho risvegliato sentimenti dimenticati  paure, desideri, amori, perdoni. Ho compreso che vivere non significa soltanto respirare, ma ascoltarsi, conoscersi, avere il coraggio di guardarsi dentro senza fuggire.


A volte le parole diventano specchi delle mie inquietudini, altre volte ponti verso gli altri. Ma più di tutto, sono sentieri che mi riportano a casa, dentro di me. Lungo quei sentieri ho incontrato le mie emozioni più antiche la nostalgia, la gratitudine, la tenerezza, il rimpianto.

Ora so che scrivere è un atto di cura. È la mia voce più autentica, quella che non ha bisogno di rumore per farsi sentire.


Ogni testo che nasce dalle mie mani è una piccola lettera indirizzata a me stessa  un sussurro che mi ricorda che esisto, che sento, che comprendo. Il silenzio che un tempo mi sembrava vuoto ora ha un senso era solo l’attesa di questa voce che aspettava di essere scoperta.


Oggi, quando mi siedo davanti al foglio bianco, non penso a chi leggerà. Mi basta sapere che in quell’atto, nel ritmo lento delle parole che si formano, io sto respirando davvero.

Non è il suono delle parole a darmi vita, ma la loro nascita silenziosa.

E così continuerò a scrivere, piano, ogni giorno, per restare fedele a ciò che sono un’anima che respira attraverso l’inchiostro.

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