
Ci sono storie che non finiscono mai davvero. Si dissolvono nel tempo, ma lasciano impronte invisibili nelle leggi, nei cuori, nei sussurri di chi ancora ascolta. E, come tutte le storie possibili, potrebbe essere accaduta davvero.
Non usciva mai, Lina, dal cortile, si vedevano solo le tende bianche della sua finestra muoversi appena, come se il vento sapesse e avesse pietà.
La gente del palazzo diceva che i suoi genitori lavoravano molto, che era una bambina tranquilla. Nessuno si chiedeva perché, quando passavano le stagioni, nessuna voce infantile si udiva mai da quell’appartamento.
Era pallida come la luna, Lina. Passava le giornate chiusa in una stanza, con una sedia troppo grande e un tavolo pieno di polvere. Le parole le aveva imparate dai libri lasciati in un angolo, ma non ne pronunciava mai una. Parlare, per lei, era pericoloso la voce era l’unica cosa che le potevano ancora togliere.
Una sera, Anna, la vicina del piano di sotto, sentì qualcosa un colpo, poi un singhiozzo strozzato. Per giorni cercò di convincersi che fosse stato il vento, un sogno, un gatto. Ma non riusciva più a dormire. Così decise di salire. Bussò, e quando la porta si aprì, incontrò due occhi che non aveva mai visto: grandi, scuri, e senza infanzia.
Non disse nulla, Lina, non chiese aiuto, non pianse, ma le mani le tremavano, e fu abbastanza. Anna cominciò a indagare, a chiedere, a cercare qualcuno che potesse intervenire. Le dissero che non c’erano prove, che era meglio non immischiarsi, che certe cose succedono in ogni famiglia.
Così Anna iniziò la sua battaglia. Si rivolse a un’associazione per la tutela dei minori, raccontò ciò che aveva visto, insistette finché qualcuno l’ascoltò davvero. Quando le autorità entrarono in quella casa, trovarono Lina come un fiore appassito al buio magra, silenziosa, ma viva.
Ci volle tempo perché tornasse a fidarsi, perché imparasse a dormire senza paura, perché aprisse la finestra da sola. Ma un giorno, lo fece. E la prima cosa che vide fu il cielo incredibilmente grande, incredibilmente suo.
Oggi Lina vive in una casa diversa, dove le tende si muovono ancora al vento, ma non nascondono più nulla. Ha imparato che la libertà comincia nel momento in cui qualcuno ti vede davvero.
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