
Quando un cane scodinzola, ad esempio, non sempre è felice bisogna osservare la posizione e la velocità della coda. Se è alta e si muove lentamente, il cane potrebbe essere attento o dominante; se è bassa e vibra veloce, è probabile che sia felice o eccitato. Le orecchie, poi, sono come antenne dritte e in avanti indicano curiosità o attenzione, piegate all’indietro segnalano paura o sottomissione.
Anche lo sguardo parla. Un cane che evita il contatto visivo sta mostrando rispetto o disagio, mentre uno sguardo fisso e prolungato può essere una sfida. Il corpo, infine, è il suo modo più sincero di esprimersi un cane rilassato ha movimenti sciolti, uno teso tiene i muscoli rigidi e si muove a scatti.
Capire il linguaggio non verbale del cane significa imparare ad ascoltarlo con gli occhi e con il cuore. È un dialogo silenzioso, fatto di fiducia e rispetto reciproco, che rafforza ogni giorno il legame tra uomo e animale.
Nel momento in cui riusciamo a interpretare quei piccoli segnali, scopriamo che i cani non smettono mai di parlarci siamo noi, spesso, a non saperli ancora ascoltare.
E proprio perché ci parlano senza voce, non possiamo ignorarli quando diventano scomodi o impegnativi. Un cane non è un giocattolo da regalare per capriccio o da abbandonare quando arriva l’estate. È un essere vivente che prova amore, paura, gioia e solitudine come noi.
Chi sceglie di accoglierlo nella propria vita si assume una responsabilità profonda quella di esserci sempre. Perché un cane non tradisce, non dimentica e continua ad aspettare, anche quando noi ci allontaniamo. Non abbandoniamoli mai nei loro occhi c’è la fiducia più pura che un essere umano possa ricevere.
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