
Questo non era un albero qualsiasi, in quanto ogni ramo raccontava la storia di una vita, di un legame profondo, di un percorso condiviso.
Gli abitanti del paese gli avevano dato un nome speciale:” l’albero dell’Amore”
Alcuni rami erano coperti di fiori, mentre altri portavano cicatrici lasciate da tempeste e venti violenti.
Ma per quanto alcuni rami potessero essere spezzati o feriti, l’albero non cessava di crescere e nutrirsi della linfa comune che scorreva sotto la corteccia.
Ogni ramo aveva un ruolo unico: c’era quello con i fiori più delicati e profumati; quello più forte, con corteccia resistente e foglie brillanti; quello saggio, con radici profonde che attingevano dalla terra stessa.
E poi c’erano i germogli, giovani e teneri, che crescevano accanto a rami più vecchi e robusti.
Ogni germoglio era protetto e guidato, perché tutti i rami erano consapevoli che il futuro dell’albero dipendeva da loro.
Col passare degli anni, l’albero divenne un rifugio per gli animali, un simbolo di speranza per chiunque sedesse in quel parco ad ammirarlo.
Le persone del paese raccontavano che l’abbraccio di quei rami aveva il potere di allontanare il dolore e donare forza a chi si sentiva perso.
Un giorno, ci fu un violento temporale, fulmini e vento si abattettero sull’albero, spezzando alcuni rami e scuotendo le sue radici, l’albero per fortuna resistette alle intemperie.
Quando il sole tornò a splendere, nuovi germogli spuntarono dai rami spezzati, segno di una vita che non poteva essere fermata.
Da allora, l’albero continuò a crescere e fiorire, testimone silenzioso del legame eterno tra l’uomo e la natura, che sfida il tempo e le tempeste.
E chiunque passava di lì può sentirne l’energia, come se ogni ramo fosse testimone silenzioso della battaglia della vita.
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