martedì 31 dicembre 2024

31 Dicembre ultimo giorno dell’anno




Oggi, ultimo giorno dell’anno brinderemo a mezzanotte, molti come me, brinderanno alzando quel bicchiere con mani tremanti e  con un nodo in gola  per nascondere  lacrime in fondo all’anima. 


Il 2024 non è stato clemente, ha strappato via certezze, spento sorrisi, ha lasciato vuoti incolmabili.


Mi ha tolto forse troppo. 

Mi ha tolto pezzi di cuore che sto ancora cercando di ricucire con mani stanche e fragili. 


Eppure… sono qui. 


Con qualche livido in più nell'anima, con le ginocchia sbucciate dalle cadute e con il cuore che batte nonostante tutto. 


Ci sono stati momenti in cui avrei voluto mollare, giorni in cui il silenzio era il mio padrone e la notte sembrava urlare.


Ho desistito. 


Un passo alla volta, un respiro dopo l’altro e asciugandomi  le lacrime  sono arrivata fin qui. 


Il brindisi che stasera farò, sarà silenzioso, intimo. 


Quel brindisi, sarà tutto per me, per il coraggio che ho avuto nei giorni in cui ho pensato di non farcela e per ogni battaglia vinta.


Brinderò per tutti quelli come me, che si sentono  stanchi, vuoti, consumati.


Alzerò quel calice non per il passato, non per chi si è divertito a farmi del  male, non per ciò che è andato perso, lo alzerò per me stessa, per la forza che è rimasta in piedi quando tutto intorno sembrava crollare.


Quello che conta davvero è  essere riuscita a resistere con il cuore  e lo sguardo rivolto al futuro come una piccola vittoria.

Il mondo di Tik Tok




TikTok è rapidamente diventato forse uno dei più potenti palcoscenici di media amichevoli del pianeta, con oltre un miliardo di clienti dinamici universalmente, ha riclassificato il modo in cui le persone consumano e creano contenuti, ritagliandosi il suo posto come un colosso sociale e meccanico.

Cosa rende TikTok interessante?

Il fascino di TikTok risiede nella sua semplicità e disponibilità, la fase consente ai clienti di realizzare registrazioni brevi e accattivanti, generalmente impostate con una buona colonna sonora o clip audio, con un'immensa gamma di strumenti, canali ed effetti mutevoli. 

Il suo calcolo, controllato dall'intelligenza artificiale all'avanguardia, è progettato per tenere i clienti intrappolati organizzando contenuti personalizzati alla luce delle loro inclinazioni e comunicazioni.

A differenza delle tradizionali fasi di intrattenimento basate sul Web, TikTok riguarda più il divertimento e l'innovazione che l'associazione, offre una fase in cui chiunque può presentare i propri doni, condividere i propri punti di vista o semplicemente divertirsi, indipendentemente dal proprio seguito o distinzione.

TikTok è diventato inseparabile dai modelli che spesso si riversano nella cultura standard, difficoltà virali, mosse, immagini e, sorprendentemente, contenuti istruttivi iniziano sul palco e si diffondono in altre organizzazioni e media informali, ad esempio, espressioni di ballo hanno acquisito un'enorme notorietà tramite TikTok.

Inoltre si è trasformato in una piattaforma per potenti, aiutando i clienti comuni ad acquisire distinzione a breve termine e persino a realizzare professioni gratificanti.

TikTok ha democratizzato la distrazione, a questo punto non solo i grandi nomi sono sotto i riflettori; i clienti abituali possono guadagnarsi il rispetto per la loro innovazione, umorismo o punti di vista straordinari.

I marchi hanno guadagnato dalla portata di TikTok attirando i clienti tramite modelli e difficoltà. 

Le promozioni pubblicitarie hanno preso il palcoscenico e hanno avuto uno spazio gratificante per mostrare prodotti e benefici.

Passato il divertimento, TikTok viene progressivamente utilizzato per la formazione e per portare alla luce i problemi. I creatori utilizzano registrazioni brevi e accattivanti per mostrare argomenti che vanno dalla scienza e dalla storia ai trucchi del mestiere e al benessere emotivo.

TikTok si è anche trasformato in un palcoscenico per l'attivismo, con clienti che si occupano di problemi sociali, politici e naturali. 

Le missioni e gli sviluppi accelerano attraverso registrazioni brevi e significative che vengono condivise senza sforzo.

Nonostante la sua prosperità, TikTok ha affrontato analisi ed esami, le preoccupazioni sulla protezione delle informazioni, la sua natura che crea dipendenza e il potenziale per la diffusione di falsità hanno spinto a boicottaggi o limitazioni in alcune nazioni.

Mentre TikTok continua ad avanzare, il suo impatto non dà segni di rallentamento, il suo palcoscenico sta differenziando i suoi punti salienti con streaming live, riconciliazioni aziendali su Internet e organizzazioni video più lunghe per rivaleggiare con rivali come Instagram e YouTube. 

La sua capacità di adattarsi e migliorare probabilmente lo salverà in prima linea nell'intrattenimento online a lungo nel futuro.

In pratica, TikTok non è semplicemente un palcoscenico, ma una potenza sociale che riflette e plasma il modo in cui cooperiamo con il mondo computerizzato.

 Ha portato a un'altra era di creatori, ha coltivato associazioni mondiali e ha reinventato il modo in cui consumiamo i media, il tutto in 15-60 secondi tutti in una volta.

lunedì 30 dicembre 2024

Come per magia




Un altro anno sta per finire, lasciamolo andare senza trattenerlo ancora.


Non tentennare, soffia  aprendo il palmo della mano, cosicché  il vento,  porti via ciò che non serve più: 

preoccupazioni, 

persone che hanno finto di esserci, 

rimpianti ,

parole non dette, 

attese vuote

promesse mai mantenute. 


Non portare con te macigni che non ti appartengono.


Ogni anno che finisce è una porta, e per attraversarla serve fermezza. 


Lascia che resti solo ciò che ti serve, creando spazio dentro te.


Un nuovo inizio, richiede coraggio

di lasciare andare e svuotarsi di ciò che è stato, per ricominciare e  ritrovarsi più forti per poter rifiorire.


Manca poco ormai e tu non sei più lo stesso, gli eventi ti hanno cambiato, hai  imparato, hai sofferto, avvolte hai pianto.


Adesso, cerca socchiudere gli occhi e come per magia, apri il palmo della mano e soffia forte:


 “Vedrai il tuo cuore pronto ad accogliere ciò che conta davvero e il vento, portare via ciò che hai avuto il coraggio di lasciare andare ”.

domenica 29 dicembre 2024

L'amore della mamma

 



In un piccolo villaggio incastonato tra colline e alberi, viveva una giovane madre di nome Denise, non era una regina o una principessa, ma per i suoi figli era il centro del loro mondo. 


Le sue giornate iniziavano prima che sorgesse il sole, con la luce soffusa che filtrava attraverso le tende, svegliandola con il silenzioso ronzio della vita che si agitava all'esterno. 


Era in questi momenti che Denise si sentiva più viva, la calma prima della tempesta del giorno.

 

Denise aveva due figli: Lena, la sua curiosa bambina di sette anni, e Claudio,  di quattro anni vivace, erano  il suo cuore e la sua anima, la sua gioia e la sua preoccupazione. 


Ogni giorno era un'avventura, piena del solito caos di pasti da preparare, pasticci da pulire e infinite domande a cui rispondere, ma a Denise non importava, lei amava ogni momento. 


Sapeva che il tempo con i suoi piccoli era fugace e che ogni risata, ogni lacrima, ogni momento di connessione era prezioso.

 

Una sera, mentre i bambini erano seduti attorno al tavolo della cucina, a colorare e chiacchierare della loro giornata, Denise non poté fare a meno di riflettere su quanto stessero crescendo velocemente. 


Sembrava ieri che li teneva tra le braccia, piccoli e fragili, ora  correvano in giro, esplorando il mondo con energia sconfinata, le loro personalità sbocciavano come fiori in primavera.

 

“Mamma", disse Lena, alzando lo sguardo dal suo disegno, "perché ci racconti sempre delle storie?”

 

Denise sorrise, appoggiando la sua tazza di tè. "Perché le storie sono importanti, tesoro, ci insegnano lezioni, ci ricordano il passato e ci aiutano a sognare il futuro".

 

Claudio, che stava scarabocchiando sulla sua pagina con un pastello che stava rapidamente perdendo la sua forma, inclinò la testa. "Che tipo di storie?"

 

"Storie d'amore, storie di gentilezza", rispose Denise, con voce dolce e gentile. "Storie di momenti in cui le persone non si arrendevano, anche quando era difficile".

 

Gli occhi di Lena brillavano di curiosità. "Raccontacene una, mamma!"

 

Denise prese un profondo respiro e iniziò, la sua voce tesseva il racconto come un delicato arazzo.

 

“C'era una volta una bambina di nome Emma, viveva  in un piccolo villaggio, proprio come il nostro, con sua madre.


Non avevano una casa grande o vestiti eleganti, la famiglia di Emma era povera e i loro pasti erano semplici, quello che avevano era amore. 


La madre di Emma, ​​lavorava sodo ogni giorno, cucendo vestiti e cuocendo il pane.


 L’attenzione , dei due bambini si fece fissa sulla madre.

 

“Un inverno," continuò Denise, "quando la neve era fitta e i venti freddi ululavano, la madre di Emma si ammalò. 


Non riusciva a lavorare e avevano a malapena abbastanza cibo per durare una settimana. 


Emma non si arrese.


 Ricordò le storie che sua madre le aveva raccontato, sulla forza e il coraggio, e decise di fare qualcosa. 


Uscì nella neve e chiese aiuto ai vicini,  portò a casa, abbastanza cibo per durare l'inverno.”


Gli occhi di Claudio si spalancarono. 


"Ha fatto tutto da sola?"


“Sì", disse Denise, annuendo. "E quando sua madre si riprese, capirono una cosa importante. 


Non avevano bisogno di cose sofisticate o di una casa grande, ciò di cui avevano bisogno era l'uno dell'altra e della forza che deriva dall'amore e dalla perseveranza.”


I bambini rimasero seduti in silenzio per un momento, riflettendo sulla storia.


"È una bella storia, mamma", disse  Lena.

 

Denise sorrise,  "È una delle mie preferite, mi ricorda che non importa quanto le cose diventino difficili, finché abbiamo l'un l'altro, possiamo sempre trovare una soluzione."

 

Mentre la sera avanzava i bambini finirono di colorare e dopo aver cenato,Denise li mise a letto. 


Si soffermò per un momento, osservando i loro volti sereni mentre scivolavano nel sonno.


Si rese conto che la sua storia, sebbene non piena di grandi avventure, era altrettanto importante.


 I momenti quotidiani di cura, i silenziosi atti d'amore e i piccoli sacrifici fatti per le persone a lei care facevano tutti parte della sua storia. 


Ed era una storia che valeva la pena raccontare, ancora e ancora.


Mentre usciva silenziosamente dalla loro stanza, Denise provò un profondo senso di gratitudine. 


Il tempo era un dono e, nonostante le scivolasse tra le dita come sabbia, sapeva che quei piccoli momenti quotidiani erano le storie che i suoi figli avrebbero portato con sé per sempre e alla fine, per lei  era tutto ciò che contava.


I suoi figli sapevano che l'amore della madre è impagabile

sabato 28 dicembre 2024

Il bambino che vive dentro di noi




 È meraviglioso riconoscersi bambini dentro, perché è simbolo di purezza, innocenza, vitalità e gioia: a chi non capita di tornare indietro con la mente a quei ricordi,  in cui erano spensierati e cerano tante risate e amore, in cui la nostra maggiore preoccupazione era sapere di essere amati dai nostri genitori.

Ogni persona se non ha portato a termine un certo lavoro morale, è un bambino travestito da adulto. 


Pensare che qualcuno ci obblighi a comportarci da adulti in tenera età è raccapricciante.


“ Il bambino che vive dentro di noi” è una metafora psicologica che indica quella parte del nostro sé che conserva l’esperienze, e le caratteristiche dell’infanzia. 


Questo “bambino interiore” rappresenta il nostro lato più vulnerabile, creativo spontaneo e spesso anche quello che conserva traumi e desideri irrealizzati. 


Accettare questa realtà di noi stessi, che spesso tende a essere repressa  o ignorata nell’età adulta, ci aiuta a raggiungere un equilibrio tra il nostro razionale emotivo.


Creare un equilibrio con il bambino interiore implica anche affrontare eventuali traumi o ferite del passato, ma può anche significare riscoprire la gioia, la curiosità e la capacità di meravigliarsi, caratteristiche che spesso si perdono crescendo. 


La vecchiaia è il riflesso fisico dell’età, una questione di atteggiamento: quando perdiamo la curiosità, smettiamo di essere bambini. 


Forse proprio per questo tutti rimpiangiamo quei tempi ogni volta che vediamo un bambino sorridere, perché non ha preoccupazioni, né responsabilità.


Una delle esigenze dell’essere adulti è quella di guardare al futuro è fare  qualcosa che abbia conseguenze positive un domani. 


Essere adulti significa essere responsabili delle proprie azioni e preoccuparci di coloro che sono sotto la nostra protezione.


Anche se è giusto tener conto di questi aspetti, non possiamo dimenticarci del nostro bambino interiore, quello che ci spinge ad essere creativi, a rinnovarci e a non smettere di pensare di essere bambini.


È grazie a lui che non smetteremo di credere nella vita.


Solo abbracciando e innamorandoci di questa parte di noi, dove sono contenuti i nostri talenti, possiamo raggiungere un equilibrio emotivo diventando adulti più completi e in armonia con noi stessi.

venerdì 27 dicembre 2024

Parlare bene è più di un’abilità: è una forma di virtù, un’arte.



La parola ben detta non si limita a comunicare, ma modella il mondo, crea ponti e apre passaggi che altrimenti resterebbero chiusi. 

Chi ha la fortuna di parlare bene non si limita a inculcare idee, ma le rende straordinarie, influenzando i cuori e le menti di chi ascolta.


Aristotele, nella sua filosofia, definiva l’arte del parlare bene, come la capacità di persuadere attraverso l’intelletto e la morale di chi parla l’emozione che suscita.


In questi tre elementi si nasconde il segreto di chi non solo parla, ma incanta. 


E oggi, nell’era della comunicazione rapida e frammentata, questa abilità è più preziosa che mai.


Parlare bene è una risorsa quotidiana, che trasforma la chiarezza in efficacia, la gentilezza in empatia, il dialogo in opportunità. 


In un colloquio di lavoro, in una discussione familiare, le parole scelte con cura costruiscono un’immagine di sé che va oltre il contenuto, ma parlare bene non è solo una questione sociale. 


La vera comunicazione nasce dall’empatia verso gli altri e cioè, la capacità di capire l’altro e di usare le parole come un collegamento, non come un’arma. 


Parlare bene non è convincere, ma connettere, ogni parola  è un atto creativo. 


Lo scrittore Italo Calvino, definiva ogni comunicazione un esercizio di precisione e leggerezza.


Parlare bene non è un’ostentazione, ma una responsabilità, è un modo in cui lasciamo un segno nel mondo, trasformando pensieri fugaci in messaggi che durano. 


Il valore delle parole non è dato dal suono, ma dal silenzio che sanno fare.