
La storia dimostra questa verità, se guardiamo con occhi critici vediamo che le nazioni hanno sempre investito pesantemente nella guerra. Nel Medioevo, i sovrani accumulavano tasse per finanziare guerre mentre la popolazione viveva in miseria.
Nel XX secolo, due guerre mondiali hanno devastato il mondo, eppure le economie si sono riorganizzate per sostenere lo sforzo bellico. Sono state spese cifre incalcolabili in armi nucleari e guerre indirette, mentre in molte parti del mondo le persone morivano di fame.
Ancora oggi, le guerre in Medio Oriente, in Ucraina e in altre regioni mostrano come le nazioni trovino rapidamente miliardi per finanziare conflitti, mentre crisi umanitarie come la fame in Africa o le emergenze climatiche vengono spesso trattate con fondi insufficienti e soluzioni temporanee.
La guerra non è solo una questione di potere, ma anche di denaro. L’industria bellica è tra le più redditizie al mondo, grandi aziende produttrici di armi guadagnano miliardi ogni anno vendendo strumenti di morte. I governi giustificano queste spese parlando di sicurezza e difesa, ma spesso dietro ci sono giganteschi interessi economici e pressioni politiche.
Nel frattempo, le emergenze umanitarie ricevono solo una frazione di quei fondi. Organizzazioni come l’ONU chiede aiuto per combattere la fame, le malattie e le crisi climatiche, ma i governi rispondono che “non ci sono abbastanza soldi”. La realtà è che il denaro esiste, ma è impiegato altrove.
Uno degli aspetti più inquietanti è che molti accettano questa disparità senza metterla in discussione. La propaganda politica gioca un ruolo fondamentale: i governi spesso alimentano la paura per giustificare l’aumento delle spese militari. Ci viene detto che “dobbiamo difenderci”, che “il nemico è alle porte”, e così si creano giustificazioni per destinare enormi fondi alle forze armate.
D’altra parte, quando si tratta di finanziare l’istruzione, la sanità o il sostegno ai poveri, si parla di “spese insostenibili”, di “costi troppo elevati”, e si dipingono gli aiuti sociali come un peso economico. Così si convince l’opinione pubblica che spendere per la guerra è una necessità, mentre spendere per le persone è un lusso.
Chi soffre di più per questa distribuzione delle risorse? Le fasce più deboli della società: i poveri, i bambini malnutriti, i malati senza accesso alle cure, le comunità colpite da crisi economiche e ambientali.
Mentre i governi investono in armi e guerre, in molte parti del mondo:
Milioni di persone soffrono la fame
I sistemi sanitari sono sottofinanziati: pandemie come il COVID-19 hanno mostrato quanto sia fragile la sanità pubblica in molti paesi, con ospedali privi di attrezzature e personale.
L’istruzione è trascurata: milioni di bambini non vanno a scuola perché mancano fondi per l’istruzione, mentre nel frattempo si spendono miliardi in missili e carri armati.
Il cambiamento richiede consapevolezza e pressione pubblica. Le persone devono iniziare a chiedersi: perché troviamo miliardi per le guerre, ma non per aiutare chi soffre?
Alcune possibili soluzioni potrebbero essere quello di riorganizzare i bilanci pubblici: ridurre le spese militari e investire di più in istruzione, sanità.
Tassare di più l’industria bellica: le aziende che guadagnano dalla guerra potrebbero contribuire maggiormente a finanziare aiuti umanitari.
Aumentare la cooperazione internazionale: invece di investire in conflitti, i governi dovrebbero promuovere accordi di pace e collaborare per risolvere problemi globali come la fame e il cambiamento climatico.
Fino a quando permetteremo che gli interessi economici e politici giustifichino la sofferenza di milioni di persone?
Abbiamo i mezzi per sfamare ogni essere umano, per dare un’istruzione a ogni bambino, per garantire cure mediche a chiunque ne abbia bisogno. Non è una questione di risorse, ma di scelte. Se il mondo può permettersi di finanziare guerre, può anche permettersi di costruire un futuro migliore per tutti.
Paola condivido con te l'articolo che ho letto sulle armi e sulle guerre tanto le fanno solo i figli dei poveri non certo quelli che si arricchiscono e non ci vanno loro o i loro figli e lasciano morire la gente di fame di sete e senza cure mediche è un discorso lungo ma x loro contano solo i soldi e il potere, forse non si ricordano che lasceranno tutto qui l'unica cosa giusta è "la Livella" come diceva il saggio Totò
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