
Quel pomeriggio, come spesso accadeva, si ritrovarono al solito bar. Tra il profumo di caffè e il rumore ovattato della città, Paolo lanciò una domanda che sembrava aspettasse da tempo.
“Luisa, hai mai visto quei disegni strani che girano su Instagram?” esordì, appoggiando la tazzina.
“Quali disegni?” chiese lei, incuriosita.
“Immagini caotiche, confuse… sembrano terremoti, alluvioni, scenari di guerra. Sono inquietanti.”
Luisa sollevò lo sguardo, cercando di afferrare il senso delle sue parole.
“E di chi sarebbero?”
“Di una tua amica. Una certa Patrizia.”
A quel punto, Luisa sorrise, intuendo dove volesse arrivare Paolo.
“Ah… ho capito!”
“Cosa c’è da ridere?” fece lui, quasi offeso.
“Scusami, Paolo, ma la tua descrizione è divertente. Però dimmi: quando guardi un’opera d’arte, che cosa cerchi?”
Lui si fermò un attimo.
“Non so… qualcosa che capisco.”
“E se non ci fosse nulla da capire, ma solo da sentire?”
Paolo aggrottò la fronte.
“Spiegati meglio.”
Luisa prese un sorso di caffè e poi rispose con calma.
“L’arte non è un’equazione, non deve per forza avere una risposta unica. Guarda un quadro, una scultura, una fotografia… e lascia che parli a te. Non con la logica, ma con le emozioni. Tu ci vedi terremoti e alluvioni. Un altro potrebbe trovarci il silenzio della solitudine, il peso dell’inquietudine, o la bellezza del caos.”
Paolo rimase in silenzio.
“Quindi ognuno ci vede quello che vuole?”
“No, ognuno ci vede quello che è dentro di sé.”
Lui abbassò lo sguardo sulla tazzina ormai vuota.
“E secondo te, Patrizia cosa voleva dire con quei disegni?”
Luisa sorrise di nuovo.
“Forse, più che dare risposte, voleva farti porre delle domande.”
Paolo annuì piano. Forse era proprio quello il senso dell’arte. “Allora, le chiederò l’amicizia a nome tuo!”
“Sì, però non dirle che vedi terremoti e alluvioni nei suoi quadri!
Nessun commento:
Posta un commento