
Questa è la storia di Alice una mamma che, a causa di un errore, ha vissuto un momento di forte ansia e senso di colpa.
L’idea di aver lasciato solo il proprio bambino, di averlo fatto aspettare, di non essere stata all’altezza del proprio ruolo, l’ha travolta nel momento in cui si è resa conto dell’errore.
Era una giornata piena di impegni, e nella confusione Alice si dimenticò completamente di andare a prendere suo figlio di cinque anni da scuola.
Quando finalmente si rese conto dell’errore, il panico la travolse. sali in macchina in tutta fretta, guidando il più velocemente possibile mentre chiamava la scuola, per avvisare, che era in ritardo.
Mentre guidava verso la scuola, il senso di colpa cresceva dentro di lei: come ho potuto dimenticarmi? Cosa avrà pensato mio figlio? Cosa avrà pensato mio figlio? Sarà spaventato?
Avrà pianto?
Domande che si ripeteva senza sosta, alimentando la sua ansia sentiva di aver fallito, anche se si tratta errore umano.
Quando finalmente arrivò a scuola, corse dentro con il respiro corto e il cuore pesante, apri la porta della scuola e si fermò di colpo.
Suo figlio era lì, seduto tranquillo e rilassato, il suo volto era sereno, senza alcuna traccia di preoccupazione o paura. era semplicemente lì fiducioso e sereno come se sapesse che la mamma sarebbe arrivata da lì a poco.
“Oh mio Dio, tesoro! Mi dispiace davvero!” esclamò Alice, sedendosi accanto a lui. Si sentiva terribilmente in colpa per averlo fatto aspettare.
Ma il bambino le prese la mano e, con un sorriso rassicurante le disse dolcemente “non preoccuparti, mamma sto bene. La maestra non mi ha lasciato solo, ero al sicuro e sereno.”
In quel momento, Alice si è resa conto che il suo senso di colpa era un peso che si era autoimposta, più grande di quello che realmente era accaduto. L’ansia che l’aveva accompagnata per tutto il tragitto si sciolse in un sospiro di sollievo.
Questa esperienza le ha insegnato che, per quanto i genitori vogliono essere perfetti, gli errori accadono e spesso i bambini sono più residenti di quanto si creda.
Il senso di colpa non deve diventare un’ossessione, ma piuttosto un’occasione per riflettere, imparare e perdonarsi.
Il cuore le batteva forte, la paura che suo figlio fosse spaventato in lacrime la addormentava. Alice rimase senza parole nel trovare suo figlio che non era spaventato, non era arrabbiato, non la rimproverava. Stava solo dimostrando una sorprendente maturità, accettando la situazione con calma e fiducia.
In quel momento, Alice capì che forse era più lei a dover imparare da suo figlio, e non il contrario.
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