
I genitori sono le prime persone con cui interagiamo. Attraverso il loro comportamento impariamo cosa aspettarci dagli altri e come vedere noi stessi. Se ci hanno dato amore, sicurezza e sostegno emotivo, è probabile che svilupperemo un senso di fiducia e autostima. Se invece ci hanno trascurati, criticati, umiliati o resi insicuri, possiamo crescere con ferite profonde che influenzano tutta la nostra vita.
Esistono diverse modalità con cui i genitori possono causare sofferenza ai figli, ad esempio punizioni eccessive, violenza verbale, svalutazione costante.
Genitori emotivamente assenti, che non danno supporto o affetto
o iper protettivi che soffocano l’autonomia e creano ansia nel bambino.
Genitori manipolatori che usano i figli per soddisfare i propri bisogni, senza riconoscere i loro.
Genitori che fanno favoritismi e confronti tra fratelli, che può creare insicurezza.
Tutto questo può lasciare ferite che, se non riconosciute, restano dentro di noi e si manifestano in modi diversi nella vita adulta.
Il meccanismo di difesa ci porta a idealizzare i genitori.Molte persone infatti, anche se stanno male, fanno fatica a riconoscere il ruolo dei genitori nella loro sofferenza.
Questo succede perché abbiamo bisogno di credere che i genitori ci abbiano amato e ammettere che ci hanno fatto del male può essere doloroso. Abbiamo paura di perdere il loro affetto soprattutto se sono ancora vivi e presenti nella nostra vita.
La società insegna a rispettare e onorare i genitori e mettere in discussione il loro ruolo può farci sentire in colpa. Ma negare la verità non aiuta a guarire.
Se un genitore ci ha fatto soffrire, è importante riconoscerlo, non per rimanere vittime del passato, ma per liberarcene. Questo non significa necessariamente odiarli o interrompere ogni rapporto, ma capire come le loro azioni ci hanno influenzato e lavorare su di noi per spezzare il ciclo della sofferenza.
Se non affrontiamo questi problemi, il dolore dell’infanzia può emergere ad esempio, con relazioni tossiche dove scegliamo partner che ci trattano male perché è ciò a cui siamo abituati. Può subentrare uno stato d’ansia e depressione e sentimenti di inadeguatezza, paura dell’abbandono, senso di vuoto.Ci possono essere dipendenze del cibo, alcol, droghe, lavoro, relazioni, tutto pur di non affrontare il dolore. Oppure, difficoltà nell’autostima e nella realizzazione personale e paura di fallire.
Per iniziare a guarire, bisogna affrontare il passato con onestà, riconoscere il problema e ammettere che le ferite esistono e che sono reali.
Dare un nuovo significato alla propria storia dove non possiamo cambiare il passato, ma possiamo cambiare il nostro rapporto con esso.
Capire il legame tra infanzia e sofferenza non significa rimanere intrappolati nel vittimismo, ma prendersi la responsabilità della propria guarigione. Una volta riconosciuto il problema, possiamo finalmente iniziare a liberarci dal dolore e vivere una vita più autentica e serena.
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