domenica 27 luglio 2025

Il peso leggero delle parole, il loro impatto profondo




La parola è lo strumento più semplice e accessibile che abbiamo. Non costa nulla, né  pesa, non richiede forza fisica né grande preparazione tecnica. Eppure, può sollevare o distruggere una vita intera.


È curioso, quasi paradossale, come qualcosa di così evanescente possa lasciare segni così profondi. Una parola detta nel momento giusto può aprire porte che sembravano sigillate. Può guarire, riconciliare, sollevare dallo sconforto, ma  una parola detta con leggerezza o con rabbia può ferire più di qualsiasi colpo.


Le parole restano anche se volano nell’aria per un istante, si depositano nella memoria, nella carne viva dell’anima. Spesso ci dimentichiamo della responsabilità che portano con sé usiamo la lingua come se fosse neutra, come se le parole non avessero un effetto reale. Ma quante volte ci capita di ripensare a frasi che ci hanno segnato, anche anni dopo?


Ecco perché parlare non è mai un atto neutro. Ogni volta che scegliamo di dire o non dire qualcosa, stiamo compiendo un’azione. Possiamo seminare comprensione o rabbia, rispetto o umiliazione e non si tratta solo di cosa diciamo, ma anche di come lo diciamo il tono, il ritmo, persino il silenzio sono parte del messaggio.


Educare alla parola significa educare alla responsabilità. In famiglia, a scuola, nei luoghi di lavoro e nella società in generale, dovremmo imparare a usare il linguaggio come uno strumento di costruzione, non come un’arma.


In un’epoca in cui tutti parlano, postano, commentano, condividono… forse il vero atto rivoluzionario è imparare a pensare prima di parlare. 

È chiedersi se la parola che sto per dire, costruisce o distrugge?

 Porta verità o confusione? 

Lascia spazio o crea muri?


Perché, in fondo, ogni parola che esce dalla nostra bocca è un seme, sta  a noi decidere se far crescere un fiore o un’ortica.

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