sabato 12 luglio 2025

La soglia del bosco





Chiara avanzava tra gli alberi con passi cauti, stringendo le braccia al petto come a difendersi da un freddo che non era nell’aria, ma dentro. I rami si intrecciavano sopra la sua testa come dita curiose, filtrando la luce in strisce sottili. Attorno a lei, canti d’uccelli troppo allegri e fruscii nascosti, come respiri trattenuti tra le foglie.


Era la prima volta che entrava nel bosco da sola. Nessuno le aveva mai spiegato davvero come si fa anche i boschi, come i giorni importanti, hanno una grammatica segreta, fatta di rumori nuovi, sentieri non segnati, odori che raccontano storie che non conosci ancora.


Un vecchio che raccoglieva legna le indicò la direzione con un cenno. Chiara lo seguì piano, cercando di non spezzare i rami secchi sotto le suole.


Scelse una radura nascosta, dove il sole filtrava appena, e si sedette su una grossa radice, forse per sentirsi più vicina alla terra che al cielo, più protetta che esposta. Rimase lì in silenzio, le mani raccolte in grembo, lo sguardo che vagava tra i tronchi, i cespugli, e quel respiro verde che sembrava ignorarla.


Il bosco era ampio, disposto in un ordine che solo la natura capisce. In fondo, un albero più alto degli altri, con un ramo spezzato che sembrava una mano alzata. Chiara si chiese se fosse un segnale, o solo una ferita.


Le foglie danzavano, ma nessuna si fermò accanto a lei. Nessun animale si avvicinò. Ma lei rimase, immobile e attenta, cercando di non far notare il battito veloce del cuore.


Nel silenzio che precede ogni scoperta, Chiara imparava che a volte il coraggio non è un passo avanti, ma restare dove non sei sicura di appartenere e lasciare che la vita ti sfiori prima di decidere se accoglierla o scappare.

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