
Sara aveva otto anni e un piccolo quaderno dalla copertina blu, sempre nascosto sotto il cuscino. Ogni sera, quando le luci si spegnevano, lo apriva e scriveva non storie, ma liste. Elencava i nomi dei bambini dell’orfanotrofio, i loro sogni, le paure, le cose belle che avevano fatto quel giorno.
C’era Marco, che aveva paura del buio ma rideva fortissimo quando qualcuno faceva le smorfie. C’era Lina, che sapeva intrecciare i capelli come una vera parrucchiera. E poi c’era Amir, silenzioso, con occhi che sembravano conoscere più cose degli adulti.
Un giorno, arrivò una nuova bambina, Noemi. Non parlava quasi mai e si sedeva sempre vicino alla finestra più grande, quella che dava sulla valle. Sara, incuriosita, si avvicinò e le chiese:” Cosa guardi”?
Noemi alzò le spalle. La strada. Aspetto qualcuno.
Sara non chiese altro, ma quella sera, sul suo quaderno blu, scrisse Noemi aspetta qualcuno.
Passarono mesi. Le finestre di Villa Aurora continuarono a vedere passare le stagioni, i bambini a crescere e i sogni a cambiare forma. Poi, in un pomeriggio d’autunno, una macchina si fermò davanti al cancello. Una donna scese, i capelli raccolti e il viso emozionato. Quando Noemi la vide, si alzò di scatto e corse verso di lei.
Sara, dalla finestra, chiuse il quaderno blu. Alla voce Noemi aggiunse due parole trovata casa.
Quella notte, per la prima volta, si accorse che nel suo elenco non c’erano solo perdite, ma anche finali felici.
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