mercoledì 20 agosto 2025

Quando si diventava grandi presto






I bambini di un tempo erano molto diversi da quelli di oggi, non perché fossero migliori o peggiori, ma perché crescevano in un contesto dove la vita stessa li responsabilizzava. Non c’era la stessa protezione a cui siamo abituati adesso già da piccoli si partecipava al lavoro della famiglia, si imparava il valore della fatica e non si dava nulla per scontato.

Ricordo bene una bambina del quartiere, cresciuta a pochi passi da casa mia. I miei genitori conoscevano bene i suoi, ci si incontrava spesso nel vicinato e le famiglie si aiutavano l’una con l’altra. Un giorno, parlando del passato, lei mi raccontò un ricordo della sua infanzia che mi colpì profondamente.


Avevo appena terminato la terza elementare quando mio padre decise che a scuola non ci sarei tornata. Aveva già una figlia femmina, e quando io nacqui sperava fossi un maschio, così per lui, era naturale che fossi io ad accompagnarlo nei campi, come avrebbe fatto un figlio. La mattina presto mi svegliava, e mentre lui zappava, io portavo i secchi d’acqua, quasi più grandi di me. Non c’era da discutere quella era la mia vita, e a otto anni già lavoravo come un adulto.


A mezzogiorno tornavamo a casa e mia madre ci accoglieva con una minestra calda. Non era un pranzo ricco, ma per noi era un vero banchetto. Dopo, se avanzava un po’ di tempo, correvo in strada a giocare con gli altri bambini. Una palla fatta di stracci, ed ecco iniziava il divertimento. Non avevamo nulla, ma ridevamo tanto.


La sera, alla luce della lampada, guardavo mia sorella più grande fare i compiti sul quaderno che mia madre custodiva come fosse un tesoro. Non si poteva sciupare un foglio ogni parola contava.


Così è cresciuta la mia amica, tra lavoro, gioco e la speranza un giorno di poter tornare sui banchi di scuola per studiare. Forse era duro, ma oggi penso che quella durezza le abbia insegnato a dire grazie anche per le piccole cose.


Quelle parole mi rimasero impresse, perché raccontavano con semplicità la realtà di molti bambini di allora, non era una vita facile, ma era una vita che insegnava presto a crescere, a rispettare il sacrificio, a riconoscere il valore di ciò che si aveva.


Oggi i bambini vivono un’infanzia molto diversa più protezione, più possibilità di studiare, più tempo per giocare e svilupparsi. È un bene enorme, un progresso che non va perso, ma accanto a questa ricchezza, a volte si rischia di dimenticare che la vita ha bisogno anche di responsabilità, di consapevolezza, di gratitudine.


Il confronto tra ieri e oggi non serve a stabilire quale infanzia fosse migliore, ma ci ricorda che ogni tempo porta con sé insegnamenti preziosi. Forse la sfida più grande è unire le due cose  la leggerezza e la protezione del presente con la forza e la sobrietà del passato. Solo così i bambini di oggi potranno crescere non solo felici, ma anche pronti ad affrontare la vita con maturità e gratitudine.

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