sabato 31 maggio 2025

Dove finisce l’attesa, inizia il cammino










Ci sono momenti nella vita in cui si continua a guardare indietro, anche quando le mani hanno smesso di cercare. 

I ricordi restano, vivono negli occhi, affiorano nei gesti, nei silenzi, nei dettagli del quotidiano, ma qualcosa cambia non si aspetta più, non si tende più la mano verso chi non risponde, non si bussa più a porte chiuse. 

È un momento delicato e profondo quello in cui si inizia a capire che l’attesa logora, che il silenzio altrui non ha risposte da offrire e allora si impara a camminare in una direzione nuova, forse sconosciuta, ma propria.


La rinuncia non è una sconfitta, ma un atto di libertà.


Smettere di cercare chi non c’è, o di inseguire un’eco, significa iniziare ad ascoltare se stessi. 


L’alba, che un tempo era legata a una speranza specifica, ora diventa apertura verso strade non ancora definite. 


Le mete cambiano, o meglio non ce n’è più una da raggiungere a tutti i costi si accoglie l’ignoto come possibilità, non più come minaccia.


Anche se la ricerca si ferma, il passato non scompare, resta in piccoli frammenti, nelle cose nuove che incontriamo, come una traccia discreta di ciò che siamo stati. 


Non si dimentica, ma si integra e con questo bagaglio si va avanti si cammina in spazi vuoti, non più con nostalgia o rimpianto, ma con uno sguardo nuovo. 


Quegli spazi, prima pieni di presenze, ora respirano solitudine consapevole. Si sorride a orizzonti che non hanno nomi noti, perché si comprende che non serve più trovare ciò che è familiare serve solo ritrovare sé.


È solo così che il vissuto smette di essere una ferita. Diventa memoria, lezione, e infine primo passo. 


La pace che si cercava negli altri era forse impossibile, perché la tempesta era dentro e ora, passo dopo passo, ci si avvicina a se stessi. Ogni distanza presa da ciò che faceva male è, in fondo, una scelta d’amore verso il proprio equilibrio.


Questo cammino non è facile, ma è necessario è il passaggio da una vita orientata all’altro a una vita abitata da sé. 


Quando si smette di aspettare, non si rinuncia all’amore si sceglie di amare in modo nuovo, più autentico, meno dipendente. 


Dove finisce l’attesa, inizia il cammino e quel cammino, anche se incerto, è finalmente nostro.

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