
C’è una forza nel mondo che spesso viene data per scontata, che non si misura in muscoli o in rumore, ma in resistenza, in capacità di contenere, di aspettare, di creare. È la forza della donna.
Nel momento più intenso e fragile, quando il corpo si fa culla e passaggio tra due mondi, lei si apre alla vita. Non si tratta solo di dare alla luce un bambino. Si tratta di attraversare un confine che separa ciò che era da ciò che sarà. Un confine fatto di dolore, sì, ma anche di coraggio puro di una volontà che non si spezza nemmeno sotto il peso della paura.
La donna non si limita a portare un’altra vita dentro di sé, nutre, protegge, la plasma con ogni respiro. E mentre lo fa, continua a vivere il suo mondo lavora, ama, cura, lotta. Tutto questo mentre dentro di lei cresce un altro universo.
La donna non è fragile è fatta della materia dei miracoli. Ha imparato a restare, quando tutto crolla.
A sorridere, quando dentro c’è tempesta.
A offrire la mano, quando il suo cuore è stanco e tutto questo, spesso, senza pretendere nulla in cambio.
Non dite mai a una donna che non ce la può fare, lei ce la fa da sempre senza clamore, senza applausi, senza palco. Lei resiste, crea, trasforma.
Onorare una donna significa riconoscere la sua forza senza bisogno di confronti, sapere che dentro di lei non c’è solo fragilità, ma un potere che nessuna parola può spiegare davvero.
La donna non ha bisogno di permesso per essere straordinaria. Lo è, semplicemente perché è nata per superare l’impossibile in lei abita la vita e la vita… non conosce limiti.
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