
L’amore platonico nasce dal riconoscere nell’altra persona qualcosa di profondamente bello, non necessariamente nel senso fisico, ma spirituale, intellettuale, etico.
È un amore che si nutre della sola esistenza dell’altro, della sua presenza nel mondo, senza pretendere nulla in cambio. Non ha bisogno di parole, eppure abita i silenzi. Non cerca approvazione, ma si esprime nei piccoli gesti, negli sguardi rubati, nel modo in cui l’altro viene pensato anche quando non c’è.
Ci sono molti motivi per cui un uomo potrebbe non confessare questo amore. Forse teme di compromettere un equilibrio prezioso, come un’amicizia profonda. Oppure intuisce che l’amore non sarebbe ricambiato e sceglie il silenzio per non ferire se stesso o l’altra o è semplicemente consapevole che quel sentimento, pur essendo autentico, non ha bisogno di essere dichiarato per esistere.
Pensiamo al poeta Giacomo Leopardi che per l’intera sua esistenza è segnata dall’amore per Silvia, un amore idealizzato, spesso silenzioso, vissuto più nella proiezione che nella realtà. Proviamo ad immaginare un uomo che per anni accompagna una collega con discrezione, la ascolta, la incoraggia, la ammira in segreto senza mai dirle davvero cosa prova. Non perché non abbia coraggio, ma perché sente che quell’amore, così puro e libero da pretese, trova la sua verità proprio nel non essere detto.
Naturalmente, questa forma d’amore non è priva di rischi. Il silenzio può trasformarsi in rimpianto, in frustrazione, in una distanza che si allarga col tempo. Ma quando è scelto consapevolmente, può essere anche una forma di grande rispetto e dedizione.
In quel silenzio, spesso, c’è una profondità emotiva che le parole non saprebbero dire.
Non tutti gli amori devono essere vissuti per essere veri. Alcuni restano nel cuore, come segreti che illuminano la vita dall’interno.
Complimenti!!!
RispondiEliminaCOMPLIMENTI!
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