
Vi siete mai chiesti perché la lingua italiana è una delle poche al mondo ad avere il congiuntivo? E perché oggi, nei media e nei giornali, lo si trova sempre più di rado? La risposta non è così scontata, e da sola, non basta a spiegare il fenomeno.
Il congiuntivo è un modo verbale che esprime possibilità, dubbio, desiderio, soggettività. È lo strumento linguistico che ci permette di entrare nei territori dell’incertezza, della speranza, dell’ipotesi è una forma di precisione intellettuale.
Non tutte le lingue posseggono un modo così strutturato per esprimere la soggettività. Alcune se ne sono liberate nel corso della loro evoluzione, altre non l’hanno mai avuto in modo così marcato. L’italiano, invece, lo ha coltivato, ereditandolo dal latino, dove il congiuntivo era fondamentale. Questo ci ha resi capaci, almeno per secoli, di articolare discorsi complessi, di comunicare emozioni e intenzioni con una sottigliezza rara.
Ma allora perché oggi sembra scomparire?
I giornali, i telegiornali, persino le interviste politiche spesso rinunciano al congiuntivo non è solo una questione di abbassamento culturale, c’è un altro fenomeno in atto la semplificazione del linguaggio. In un’epoca in cui la velocità della comunicazione è tutto, il congiuntivo può sembrare un ostacolo.
Inoltre, i media hanno il compito di “parlare a tutti”, e per farlo spesso abbassano il registro. Non sempre per ignoranza, ma per strategia.
La lingua diventa strumento di inclusione e, paradossalmente, nel voler essere più accessibile, perde in profondità. Il congiuntivo, con la sua complessità e raffinatezza, viene sacrificato sull’altare dell’immediatezza.
Ma cosa perdiamo davvero, rinunciando al congiuntivo?
Perdiamo una parte della nostra identità linguistica e culturale, oltre alla possibilità di distinguere tra il certo e l’incerto, tra il reale e il possibile.
Si smarriscono le sfumature di pensiero, capacità argomentativa, sensibilità nel comunicare, perché una lingua più povera di strumenti è anche una lingua che pensa meno, che immagina meno.
Il congiuntivo non è solo una regola grammaticale da manuale è un gesto di cura verso il pensiero e verso la lingua, se lo lasciamo morire, lo facciamo perché abbiamo smesso di apprezzare la complessità, la possibilità di dire le cose in modo sfumato, elegante, preciso.
Forse è tempo di chiederci vogliamo davvero una lingua che semplifica tutto, o vogliamo una lingua che ci rappresenti nella nostra interezza, anche nei nostri dubbi, nei nostri desideri, nelle nostre possibilità?
Difendere il congiuntivo, in fondo, è difendere la libertà di pensare in modo profondo.
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