
Elviro è nato da una gravidanza indesiderata e non pianificata e, fin dall'inizio, la madre ha voluto che questo bambino sparisse con qualsiasi mezzo necessario. Sfortunatamente, la legge e la sua famiglia non glielo permisero, così fu costretta a portare a termine la gravidanza e a prendersene cura.
Odiava suo figlio fin dal principio, desiderando che morisse o fosse abbandonato ai bordi della strada e cercava di rendere la sua vita il più miserabile possibile per il peccato di aver osato esistere. Carola aveva un lato crudele e vendicativo.
I genitori di Andrea ed Elviro divorziarono quando i bambini avevano rispettivamente nove e sette anni, e si trasferirono a circa cinque chilometri di distanza dalla casa dove abitavano. Un giorno Carola si arrabbiò così tanto con Elviro che lo mise fuori casa ordinandogli di andare a piedi a casa del padre.
Era una notte di metà dicembre, la temperatura esterna era abbastanza gelida, lui non indossava il cappotto. Carola chiamò il suo ex e si vantò dicendogli al telefono: "L'ho buttato fuori senza cappotto e gli ho detto di andare a piedi a casa tua. Non mi importa se gela!"
Lei, non era malata di mente, era piena di rabbia e odio e si compiaceva nell’ infliggere punizioni a chi non aveva alternative che soffrire. Considerava un privilegio genitoriale poter abusare dei propri figli per qualsiasi motivo, anche se era per divertimento. Provava una certa gioia sadica nel far sentire le persone infelici e inutili.
Fu allertato il quartiere e tutti cercarono il bambino. Alla fine lo trovarono mentre vagava infreddolito a meno di 400 metri dalla casa dove abitava. Era sull'orlo dell'ipotermia.
Quel giorno rischiò di morire e non fu l'unica volta in cui sfuggì per un pelo alla morte per mano di sua madre.
Il vicinato non capì mai perché non fu accusata e arrestata per questo. È morta tre anni dopo.
Dopo diversi anni, molte persone che conoscevano e avevano assistito agli abusi di Carola sui figli, avvicinandosi ad Andrea ormai diventato adulto, chiesero di suo fratello Elviro e di come era ora, purtroppo dette loro la notizia che lui non c'era più.
Mori a 14 anni e, ironia della sorte, la madre non c'entrò nulla. La morte avvenne per soffocamento inalando benzina nel garage del padre.
Elviro è stato il prodotto di una crudeltà che non ha mai meritato. La sua esistenza è stata una battaglia silenziosa contro l’odio gratuito, la negligenza e l’indifferenza. Nessun bambino dovrebbe essere punito per essere nato. Nessun essere umano dovrebbe dover elemosinare amore da chi ha il dovere di offrirlo.
La società spesso guarda, commenta, sussurra… ma non agisce. I silenzi degli adulti diventano le cicatrici dei bambini. E le cicatrici non sempre guariscono.
Elviro non è morto solo a 14 anni: ha cominciato a morire ogni giorno, da quando capì che non era voluto, né protetto. È sopravvissuto alla madre, ma non alla ferita profonda che lei gli ha inferto nell’anima. La sua morte è stata solo l’ultimo atto di una tragedia che molti hanno visto, ma nessuno ha fermato.
L’amore non dovrebbe mai essere condizionato, e che il silenzio degli altri, spesso, pesa quanto la mano di chi fa del male. Elviro non aveva bisogno di molto. Solo di qualcuno che dicesse: “Tu meriti di vivere. Tu meriti di essere amato.”
Non l’ha sentito in tempo. E ora, resta solo il dovere che tutto questo orrore non si ripeta.
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