
Il primo passo è la conoscenza. Capire che il comportamento di un bambino con ADHD non è semplicemente “capriccioso” o “disobbediente”, ma il risultato di una diversa modalità di funzionamento del cervello, cambia radicalmente la prospettiva del genitore. Il bambino non “vuole” distrarsi o interrompere, semplicemente fatica a controllare gli impulsi, a concentrarsi per lunghi periodi o a seguire istruzioni complesse.
È sera. Il televisore è spento nel salotto di casa, la luce è soffusa. Una madre e sua figlia sono sedute sul divano, fianco a fianco. La bambina ha circa 9 anni, occhi vivaci, gambe che non riescono a stare ferme. La madre ha lo sguardo stanco, ma dolce.
Figlia:
Mamma… posso farti una domanda?
Madre:
Certo, amore mio. Che c’è?
Figlia:
Perché non riesco a stare ferma come gli altri? Anche oggi la maestra mi ha sgridata. Mi ha detto che non ascolto mai. Ma io ci provo, mamma… ci provo davvero.
Madre:
Lo so, piccola mia, la guarda e le accarezza i capelli.So che ci provi. E voglio dirti una cosa importante: non sei sbagliata. Sei solo… fatta in modo speciale.
Figlia:
Speciale come? Gli altri mi prendono in giro. Dicono che sono “matta” o “scema”.
Madre:
Mi dispiace che ti dicano queste cose. Ma sai una cosa? Le persone spesso hanno paura di ciò che non capiscono. Tu hai l’ADHD, lo abbiamo scoperto insieme, ti ricordi?
Figlia:
Sì… è quella cosa che mi fa venire mille idee tutte insieme?
Madre:
Esatto. E ti fa parlare tanto, correre, saltare, ma anche immaginare cose che altri bambini non vedono. Sei curiosa, intelligente, piena di energia. Ma a volte il tuo cervello corre più veloce di quanto tu riesca a controllare.
Figlia:
Ma perché io, mamma? Perché proprio a me?
Madre:
Non lo so. Nessuno lo sa davvero. Ma quello che so è che io non ti cambierei per niente al mondo. Neanche per un solo secondo.
Figlia:
Davvero?
Madre:
Davvero. Anche se a volte sei un uragano, io ti amo. E ti amerò sempre. E stiamo imparando insieme, no? Un passo alla volta.
Figlia:
Tipo quando facciamo la lista delle cose da prendere al supermercato la mattina?
Madre:
Esatto. Ogni giorno stai diventando più forte, più consapevole. E io sono orgogliosa di te.
Figlia:
Anche se oggi ho dimenticato di fare alcune cose?
Madre:
Anche se oggi hai dimenticato non fa nulla. Sai perché?
Figlia:
Perché mi vuoi bene?
Madre:
Perché sei mia figlia e anche con tutte le difficoltà, tu sei una meraviglia.
La bambina sorride. Si stringe forte alla mamma. Le gambe si fermano, per un attimo solo. Ma è un attimo che vale tutto.
Il rapporto tra un genitore e un figlio con ADHD non è sempre facile, ma è profondamente autentico. Richiede pazienza, ascolto e tanto amore. Non si tratta di “aggiustare” il bambino, ma di imparare a camminare insieme, trovando modi nuovi per capirsi e crescere.
Non abbiate paura di sbagliare. Non cercate la perfezione. Il vostro amore, la vostra presenza e la vostra voglia di capire fanno già un’enorme differenza. I bambini con ADHD non hanno bisogno di essere cambiati: hanno bisogno di essere accettati, compresi e sostenuti… esattamente come sono.
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