martedì 22 aprile 2025

Il Vuoto nel Cuore della Chiesa



È una mattina di primavera quando la notizia arriva, improvvisa, come un fulmine a ciel sereno. Papa Francesco se n’è andato, e il mondo intero resta sgomento.

La sua morte è annunciata in televisione, ma qualcosa nell’aria sembra diverso. Non è solo il Papa che se ne va, è una figura che ha toccato milioni di cuori. 


Un uomo che, con la sua umiltà e la sua forza, ha cambiato il volto della Chiesa. Ora, nella sua residenza di Casa Santa Marta, la sua sedia è vuota, e il mondo non riesce a contenere il vuoto che lascia.


Giulia, una donna di 42 anni, è a Roma per motivi di lavoro. Non è una cattolica praticante, ma quella notizia la colpisce, la scuote profondamente.


 L’aveva visto in televisione, l’aveva ascoltato predicare dalle sue parole piene di speranza, ma non lo sentiva come un semplice leader religioso. 


Era qualcosa di più, c’era una forza nei suoi gesti, una bellezza che trascendeva la religione. 


Era un uomo che aveva fatto della compassione la sua bandiera, che aveva parlato di speranza per tutti, dai ricchi ai poveri, dai potenti agli ultimi. E ora, quel uomo non c’è più.


Giulia si ferma al tavolo di un piccolo bar, cercando di fermare il turbinio di pensieri che la sopraffanno. La piazza, proprio dietro di lei, è gremita di gente. Alcuni si fermano davanti a un negozio, a guardare la televisione accesa. 


Il silenzio è pesante. La folla non parla, ma c’è un rispetto nell’aria, come se ognuno stesse cercando di metabolizzare la realtà di quella perdita.


Giulia si alza e si avvicina alla piazza, senza una meta precisa, cammina lentamente, sentendo il battito del cuore crescere con ogni passo. 


Quando arriva, si ferma davanti alla basilica di San Pietro. Le bandiere sono a mezz’asta, le luci dei negozi si riflettono sulle pietre della piazza. 


Tutto sembra così familiare, ma allo stesso tempo così lontano. Il Papa, che tanto ha predicato l’umiltà, l’amore per i più deboli, non c’è più, un  vuoto che non si riesce a colmare.


“Mi manca già,” mormora Giulia, senza accorgersi che sta parlando ad alta voce. La sua voce si perde nel vento, ma non è più sola.


 Ci sono altre persone attorno a lei, e ognuna sembra vivere lo stesso sgomento. Il dolore è condiviso, ma non ci sono parole, gli sguardi, si incrociano e raccontano di un’umanità che ha perso una guida.


Passano i minuti, ma la notizia continua a riecheggiare nella sua mente, come un’onda che non smette mai di frangersi.


 La piazza, la città, il mondo: tutto sembra più silenzioso, come se il Papa fosse stato una presenza che riusciva a mantenere viva l’umanità nelle persone. Le luci di San Pietro continuano a brillare, ma il Papa non c’è più. C’è un vuoto, un’assenza che pesa.


Giulia si ferma, chiudendo gli occhi per un momento pensa alla sua vita, ai tanti momenti in cui, nel caos quotidiano, ha perso di vista la bellezza delle cose semplici.


 Pensa alla compassione che Papa Francesco ha sempre cercato di promuovere, forse è proprio questo il suo messaggio: vivere con più umiltà, più cuore, più cura per gli altri. 


La sua morte non segna la fine di tutto, ma piuttosto l’inizio di una riflessione che riguarda ogni essere umano, di qualsiasi fede.


Con un respiro profondo, Giulia sorride, quasi a se stessa, non  sa se cambierà la sua vita, se riuscirà a seguire sempre quel cammino di amore e misericordia, ma sa che qualcosa dentro di lei è cambiato. Papa Francesco le ha dato un esempio da seguire e anche se non c’è più, quel messaggio continua a vivere.


Si volta e s’incammina di nuovo verso il bar, con la consapevolezza che, in qualche modo, una parte di lei è ormai legata a quell’uomo che ha fatto dell’amore e della fede il suo cammino.

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