
L’incontro con Chiara non fu un incontro spettacolare, di quelli da ricordare per la sua stranezza o per qualche coincidenza incredibile. Si conobbero in un pomeriggio qualunque, in un bar di città, mentre fuori pioveva piano. Lei era seduta a un tavolino d’angolo, con un libro tra le mani e una tazza di tè che lasciava il vapore salire lento. Vito la notò senza un motivo preciso, forse perché il modo in cui sfogliava le pagine sembrava così naturale, così leggero, che per un attimo tutto il resto intorno a lui si fece più silenzioso.
Fu lei a parlargli per prima, con la semplicità di chi non ha paura di condividere un pensiero con uno sconosciuto. “Sai che la pioggia ha un odore diverso a seconda delle stagioni?” gli disse, chiudendo il libro a metà. Vito la guardò, sorpreso, senza sapere bene cosa rispondere. Fu allora che accadde qualcosa. Non un colpo di fulmine, non una scossa elettrica. Ma un lieve spostamento dentro di lui, come se qualcuno avesse girato una chiave in una serratura arrugginita.
Da quel giorno, Chiara divenne una presenza costante nella sua vita. Non lo travolse con gesti eclatanti, né con promesse sussurrate a mezzanotte. Si insinuò tra le sue abitudini con la naturalezza di chi non ha bisogno di chiedere permesso. Era nei piccoli dettagli nel modo in cui ridacchiava mentre preparava il caffè, nella sua capacità di trasformare una giornata qualunque in qualcosa di speciale solo con una frase inaspettata.
Con lei, ogni cosa aveva iniziato ad avere un sapore diverso. Le passeggiate sotto la pioggia non erano più solo modi per tornare a casa in fretta, ma momenti da assaporare. Le serate non erano più fatte di silenzi e serie tv guardate per abitudine, ma di conversazioni che si prolungavano fino a notte fonda. Persino i giorni più grigi sembravano meno pesanti, come se il mondo fosse un po’ più leggero con lei accanto.
Una sera, mentre erano seduti sul divano, Vito la guardò a lungo. Lei stava sfogliando un vecchio album di fotografie, i capelli raccolti in modo distratto, il viso illuminato dalla luce calda della lampada accanto. Era così immersa nei suoi pensieri che non si accorse subito del suo sguardo.
Vito sentì un nodo sciogliersi dentro di lui, e capì. Capì che non c’era stato un momento preciso in cui lei era diventata parte della sua vita. Era successo piano, giorno dopo giorno, fino a quando tutto aveva preso un senso diverso. Un senso che prima non conosceva.
“Allora?” gli chiese lei, accorgendosi finalmente della sua attenzione.
Vito sorrise, passandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. E disse la verità, senza bisogno di pensarci troppo.
“Tutto ha preso davvero senso solo da quando sei arrivata tu.”
Chiara non rispose subito. Lo guardò, con quello sguardo profondo che sembrava leggere oltre le parole. Poi sorrise, quel sorriso che lui amava più di ogni altra cosa, e si strinse a lui.
Perché l’amore, quello vero, non ha bisogno di promesse o grandi dichiarazioni. Basta esserci.
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